Il Cile e noi

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29 Dicembre 2021 ,
Scena dal film Santiago Italia NanniMoretti 2 390 minScena dal film Santiago Italia NanniMoretti ©bookciakmagazine.it

CILE

Ancora una volta il Cile indica una via alla sinistra mondiale

di Gianpiero Di Fiore
Scena dal film Santiago Italia NanniMoretti 2 390 minPer noi ragazzi nell’ Italia degli anni ’70 e ’80 il Cile ha rappresentato nella realtà e nell’immaginario un punto di svolta.
Siamo stati segnati dalla storia prima esaltante, con l’elezione del “compagno Presidente” Allende, e poi drammatica con il colpo di stato di Pinochet sostenuto e finanziato dagli USA che non potevano sopportare l’esempio mondiale di un presidente marxista eletto attraverso elezioni democratiche.

Troppo pericoloso Allende con le sue idee alternative e con la sua maggioranza che andava dai socialisti ai rivoluzionari del MIR, i cileni rischiavano di essere seguiti dal resto del mondo.
Il colpo di stato fascista in Cile segnò profondamente la politica anche nel nostro Paese, tanto che Berlinguer e il PCI elaborarono la teoria del “compromesso storico” con la DC, abbandonando l’alternativa di sinistra sicuramente influenzati da quella storia drammatica.

L’immagine di Allende con il mitra e l’elmetto a difesa del palazzo presidenziale è un’icona del “secolo breve”.Scena dal film Santiago Italia NanniMoretti CorrieredellaSera 390 minNon voglio ripetere qui le polemiche nella sinistra per la scelta del PCI, ma sicuramente esse fanno parte di noi; come fanno parte della nostra storia gli innumerevoli episodi di solidarietà compiuti dagli italiani nei confronti delle migliaia di cileni fuggiti dalla dittatura ed accolti nel nostro paese per scampare ad una morte sicura.

Tutto ciò è raccontato molto bene nel recente film di Nanni Moretti “Santiago, Italia”, che ha messo giustamente in risalto il legame profondo tra l’Italia e il Cile.
Ancora oggi a distanza di quasi 50 anni, le propaggini di questa storia ci inseguono, come non ricordare la fuga poche settimane fa di un noto assassino e torturatore cileno da un carcere italiano per disguidi burocratici; doveva subire finalmente un processo per i suoi crimini, ora in Italia, perché assassino di italiani residenti in Cile ai tempi di Pinochet, siamo qui invece a ricordare come il male la faccia ancora franca.

Bene ha fatto Loffredi a mettere sul piatto la novità e la splendida notizia della vittoria di Boric alle presidenziali cilene del 19 dicembre.
Il Cile ha messo la parola fine sulle nefandezze di Pinochet e di tutta la sua eredità che ha accompagnato in questi anni la politica e l’economia di quel Paese, prima passando per un anno di rivolte che sono costate decine di vittime, poi imponendo l’elezione di una assemblea costituente che cancellerà la costituzione scritta dal dittatore ed infine eleggendo un presidente di sinistra.

GabrielBoricAncora una volta il Cile indica una via alla sinistra mondiale e ancora una volta lo fa in modo democratico al prezzo di una lotta durissima.
Sono d’accordo con Loffredi sul fatto che tutto non può essere riproposto tale e quale, ma sicuramente abbiamo molto da imparare da questa esperienza che ha riunito in sé forze diverse ma unite da una straordinaria volontà di cambiamento e di riscatto dal “tallone di ferro” del neoliberismo mondiale.
Troppo nella sinistra e nei democratici italiani sa di accondiscendenza al potere capitalista, ai suoi riti e alle sue forme, troppo lontani dal sentire del popolo per poterne rappresentare le aspirazioni e le volontà, ormai si limitano ad una gestione da buon “amministratore” nei limiti imposti da altri ben più potenti.
Neanche vale la scusa che l’economia del sudamerica e i suoi indicatori statistici sono diversi, sicuro che l’Italia è cosi diversa dall’economia e dalla società cilena?

A leggere i nostri indicatori avremmo delle belle sorprese….
E’ di pochi giorni fa l’annuale rapporto del Sole 24 ore sulla nostra provincia ed i dati sono drammatici nella loro crudezza, e non siamo neanche tra gli ultimissimi…
L’abbandono al rito elettorale da parte degli italiani è un segnale inequivocabile mandato alla classe dirigente e rimanendo l’attuale situazione ben poco cambierà.

L’alternativa può essere solo tornare a fare politica con il popolo e per il popolo recuperando lo spirito democratico datoci dai nostri padri costituenti, memori della straordinaria lotta per la democrazia che essi combatterono e vinsero.

 

 

 

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