Accompagnare i bisogni di una popolazione in progressivo invecchiamento


Pnrr Sanità territoriale, mappe regionali

PNRR. Il sistema così concepito dovrà accompagnare i bisogni di una popolazione in progressivo invecchiamento. Con tutte le necessità connesse: dalla presa in carico della non autosufficienza alla gestione delle malattie croniche.

Perciò è cruciale che il modello organizzativo stabilito dal Dm 77/2022 trovi un’applicazione omogenea sull’intero territorio nazionale. Questa è la vera sfida da qui al giugno 2026, scadenza europea per l’istituzione di case e ospedali di comunità.

Il senso del presente rapporto è proprio avviare un monitoraggio su questo aspetto, attraverso la collaborazione tra openpolis – fondazione indipendente e senza scopo di lucro che promuove l’accesso a dati e informazioni per l’analisi delle politiche pubbliche, come con il progetto OpenPNRR – e Cittadinanzattiva – organizzazione attiva nella tutela dei diritti dei cittadini, nella cura dei beni comuni e nel sostegno alle persone in condizioni di debolezza.

Già oggi sono diversi i motivi che lasciano intravedere forti difficoltà nell’effettiva possibilità di ridurre i divari nell’accesso alle cure. Basta osservare il percorso di approvazione del decreto ministeriale 77/2022, approvato senza intesa in conferenza stato-regioni. Un accordo venuto meno proprio per il dissenso della maggiore regione del mezzogiorno, la Campania, preoccupata per la carenza di risorse necessarie al funzionamento a regime dei nuovi standard di assistenza territoriale.

Un punto critico che non sembra affatto infondato, stando alle analisi della Corte dei conti e dell’ufficio parlamentare di bilancio pubblicate negli ultimi mesi. Entrambi gli organi hanno mosso rilievi sul finanziamento a regime del nuovo sistema.

Complessivamente, il quadro delle risorse correnti utilizzabili appare soggetto a incertezza, soprattutto con riferimento agli anni successivi al periodo di programmazione del Pnrr. Questo è proprio il motivo che ha reso le Regioni diffidenti nei confronti del nuovo Regolamento sugli standard dell’assistenza territoriale.

(Upb, Il Pnrr e la sanità: finalità, risorse e primi traguardi raggiunti (2022))

Il rischio concreto è che l’incertezza sulle risorse, in combinato disposto con un regolamento organizzativo che distingue tra aspetti prescrittivi, da garantire obbligatoriamente, e altri solo facoltativi, conduca a divari molto estesi nell’attuazione del nuovo sistema. Un possibile indice di questa tendenza, come vedremo nel

corso del rapporto, emerge nella diversa quota di case della comunità hub e spoke previste dalle diverse regioni. E anche nella distribuzione di questi presidi e degli ospedali di comunità tra città maggiori e territori periferici di una stessa regione.

La nuova rete di sanità territoriale

Divari che peraltro si innesterebbero su disparità già in partenza molto ampie, aggravandole. Una ricognizione dell’ufficio studi della camera dei deputati nel 2021 aveva messo in evidenza come alcune regioni, come Toscana ed Emilia-Romagna, si fossero già mosse sulla strada intrapresa dal Dm 77/2022, avendo istituito negli anni una rete di case della salute propedeutica alla creazione di quelle di comunità. Mentre altre hanno adottato modelli organizzativi diversi e appaiono meno attrezzate per il processo di cambiamento che investirà il sistema sanitario nei prossimi anni.

Anche se non è scontato che tutte le Case della salute possano essere immediatamente trasformate in Case della Comunità, si evidenzia che alcune Regioni, come Emilia-Romagna e Toscana, avrebbero già più strutture di quanto indicato come traguardo dal PNRR, mentre altre non ne hanno affatto. Queste ultime non sono collocate esclusivamente nel Mezzogiorno.

(Upb, Il Pnrr e la sanità: finalità, risorse e primi traguardi raggiunti (2022))

La necessità di un monitoraggio puntuale

Di fronte al rischio di un’applicazione a macchia di leopardo dei nuovi standard di assistenza territoriale, un monitoraggio attento dell’impiego delle risorse del Pnrr appare quanto mai necessario. Un’attività che allo stato attuale delle informazioni non è affatto semplice. E che deve necessariamente essere effettuata opera per opera, come peraltro indicato dal ministero stesso in risposta ai rilievi della Corte dei conti.

(…) il livello di progettazione da raggiungere, affinché un progetto possa qualificarsi “idoneo”, è “strettamente connesso alla strategia di gara individuata dalla stazione appaltante per la realizzazione dell’opera pubblica”.

(Delibera Corte dei conti n. 9/2023/CCC)

Da tale consapevolezza nasce la collaborazione tra openpolis e Cittadinanzattiva su questo report. Un lavoro che si è basato sulla raccolta dei dati sui singoli interventi dai contratti istituzionali di sviluppo stipulati dal ministero della salute e dalle singole regioni.

Questi sono stati successivamente georeferenziati e arricchiti con ulteriori informazioni estratte da fonte Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

Un’attività di analisi che abbiamo condensato in un rapporto nazionale e in 20 allegati con focus sugli interventi previsti, regione per regione. Dall’istituzione di case della comunità a quella di ospedali

di comunità, la cui localizzazione deve essere valutata anche in relazione alle aree interne presenti in ciascun territorio.

Monitorare tali aspetti è quanto mai cruciale per valutare lo stato del sistema sanitario, oggi e soprattutto nei prossimi anni.


Openpolis

Cittadinanzattiva

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