Il Gattopardo. Tra arte, media e società

Diego Protani

ByDiego Protani

21 Ottobre 2023
Il Gattopardo, il, ballo.Il Gattopardo, il, ballo.Il Gattopardo, il, ballo.

Intervista di Diego Protani ad Antonio La Torre Giordano autore del libro


Il Gattopardo.

1) Come nasce e perché ha voluto pubblicare un volume simile su Il Gattopardo?

Nasce dall’esigenza di attualizzare l’interpretazione dei messaggi in esso contenuti. Quando un’opera letteraria o cinematografica diventa così famosa e influente come Il Gattopardo c’è il rischio che alcuni aspetti vengano semplificati o distorti dalla divulgazione mediatica o dalla critica.

L’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è intrisa di un profondo senso di storia e di cultura e il film di Luchino Visconti ha cercato di catturare quest’atmosfera con una rappresentazione che ha fatto la storia del nostro cinema. Tuttavia, la diffusione delle due opere attraverso i mass media ha generato sovrapposizioni, semplificazioni e talvolta degli automatismi.

Ad esempio, nel gergo comune accade di attribuire un senso valoriale all’aggettivo “gattopardesco”, associandolo ad una forma romantica di nostalgia, quando invece è puro immobilismo edulcorato. Credo che l’arte cinematografica condivide molti elementi concettuali e tecnici con altre forme d’arte, ma ha anche le proprie caratteristiche distintive. Il cinema è un’arte visiva, ma è anche un’arte narrativa, il che lo rende un mezzo potente per comunicare storie e emozioni. Pertanto ho voluto esaminare le molte connessioni tra la pellicola e le altre arti, ovvero la pittura, la musica, la danza, il teatro, etc.

2) Chi ha scelto il formato del libro?

È il formato della collana “Cinefocus” che dirigo. Intercorre un’ottima intesa tra me e l’editore, Salvatore Granata di Lussografica, quindi la scelta di optare per un formato ampio è stata di entrambi. Ciò favorisce l’inclusione di un ricco corredo iconografico che si accompagna al testo critico, consegnando al lettore moltissimi materiali rari ed inediti, inclusi incunaboli d’ogni sorta e perfino il cineromanzo del film.

3) Qual è il rapporto che lei evidenzia tra il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il film di Visconti?

Indubbiamente, una delle chiavi interpretative del romanzo di Tomasi è incarnata nell’acclamato adattamento cinematografico di Visconti.

È evidente che tale trasposizione avrebbe generato un’opera notevolmente diversa dalla fonte letteraria, poiché nel cinema la parola scritta è sempre stata subordinata all’immagine, orientando l’attenzione del regista in una direzione distinta rispetto a quella del narratore originale. L’esemplificazione del Gattopardo tra Tomasi e Visconti ne è una dimostrazione pregnante, con il regista che reclama una legittima autonomia nell’interpretare l’opera letteraria nel suo medium cinematografico.

Resta da chiedersi quale sia il destino delle suggestioni presenti nella scrittura. Visconti comprende che il film è un’entità distinta e, pertanto, rivolge la sua attenzione da un contesto storico a un evento cinematografico e artistico, come nel caso della scenografia del Ballo, luminosa nella sua ricchezza, pur se intrisa di malinconia.

Nel film, tali sfumature non sono così evidenti; per Visconti, ciò che conta non è tanto il trionfo della storia quanto l’ambiente in cui essa si manifesta, anche se questo avviene poco prima di un inevitabile tramonto.

Nell’interazione tra narrativa e cinema, è soprattutto la parte finale del film che prepara il Principe a consegnarsi al mistero della morte, simboleggiato da “quella stella lassù”. Se considerato in sequenze, il film afferma inequivocabilmente la sua indipendenza e, nonostante i suoi momenti spettacolari, non riesce a eguagliare la profondità emotiva presente nella scrittura di Tomasi, lo scrittore del romanzo.

4) Quanto tempo ha impiegato a scrivere il libro e a trovare tutto il materiale fotografico?

L’idea nasce cinque anni fa, e lo studio e l’indagine sociologica ben prima. Tecnicamente la stesura è durata un anno, mentre la ricerca dei materiali iconografici almeno un triennio, prevalentemente svolta all’interno dell’Archivio Siciliano del Cinema di Palermo. 

5) E’ vera la storia che la Cardinale in quel periodo girasse anche per Fellini e dovette cambiare il colore dei capelli ogni volta che andava sul set?

Sì, è vero che Claudia Cardinale ha lavorato contemporaneamente con Luchino Visconti e Federico Fellini durante un periodo della sua carriera. Questa è una nota interessante della storia del cinema italiano.

Nel 1963, mentre stava girando Il Gattopardo con Visconti, ha dovuto cambiare il colore dei capelli quando è stata chiamata da Fellini per interpretare un ruolo in Otto e Mezzo (8½). Nel Gattopardo, la Cardinale aveva i capelli castani, mentre in Otto e Mezzo li ha tinti di nero.

Questo doppio impegno è un esempio della versatilità e della popolarità di Cardinale come attrice, poiché è stata in grado di lavorare con due dei più grandi registi italiani contemporaneamente. Entrambi i film sono diventati pietre miliari del cinema italiano e hanno contribuito a consolidare la fama della Cardinale come una delle attrici più iconiche del suo tempo.

6) Qual è l’attualità dell’opera in questione? Cosa è cambiato in 60 anni e cosa è rimasto uguale ?

Il film di Visconti resta ancora oggi un film di grande rilevanza e attualità, nonostante siano passati sessant’anni dalla sua uscita. Ecco alcune delle ragioni per cui il film conserva la sua importanza. 

Il Gattopardo offre una visione profonda delle sfide politiche e sociali dell’epoca della Sicilia e del Risorgimento italiano. Questi temi possono ancora essere rilevanti per coloro che sono interessati alla storia e alla politica italiana. L’estetica straordinaria della pellicola continua a ispirare e influenzare il cinema contemporaneo.

La cinematografia e la direzione artistica del film sono considerate capolavori, e molti registi attuali traggono ispirazione dalla maestria visiva di Visconti. Il film fa parte del patrimonio culturale italiano ed è stato oggetto di studi e analisi da parte di critici, accademici e appassionati di cinema per decenni. La sua influenza sulla cultura e sulla società italiane è ancora avvertibile. Molti dei temi del film, come i cambiamenti nella società e nelle classi sociali, la lotta tra tradizione e modernità, e le dinamiche di potere, sono ancora pertinenti. Queste tematiche si applicano non solo all’Italia del XIX secolo ma anche a molte altre società nel mondo moderno. 

Il Gattopardo offre ritratti complessi e profondi dei suoi personaggi, riflettendo le sfumature della psicologia umana. Questo aspetto attrae ancora gli spettatori, poiché la comprensione delle relazioni umane rimane una preoccupazione universale. Ci sono, ovviamente, differenze significative tra il contesto del film e il mondo attuale, ma molte delle tematiche e delle riflessioni presenti nel film sono atemporali. L’opera di Visconti continua a essere una pietra miliare del cinema mondiale e un’opera che offre spunti di riflessione profonda sulla storia, la cultura e la società.

7) Quale consiglio potrebbe dare ad un giovane per farlo avvicinare a Il Gattopardo?

Suggerisco di leggere il romanzo di Tomasi su cui si basa il film.

Questo permetterà di ottenere una comprensione più approfondita della trama, dei personaggi e del contesto storico, preparando all’esperienza cinematografica, magari collettiva e con una discussione finale. Bisogna sottolineare l’importanza del film come opera d’arte incoraggiando il giovane a cercare recensioni, analisi critiche e interpretazioni del film da parte di esperti. Questo può ampliare la sua comprensione e il suo apprezzamento del lavoro di Visconti.

Va evidenziato come molti dei temi presenti nel Gattopardo, come il cambiamento sociale, la politica, le dinamiche familiari e il conflitto tra tradizione e modernità, siano ancora rilevanti nella società contemporanea. Questo stimolerebbe a vedere l’opera come una riflessione universale sulla condizione umana. Inoltre, ritengo importante introdurre i giovani alla filmografia e a tutti i materiali di repertorio di Luchino Visconti, uno dei registi nevralgici della storia del cinema italiano. Tuttavia, l’apprezzamento per opere d’arte come Il Gattopardo può richiedere tempo e riflessione. Conta molto stimolare la curiosità dei ragazzi, fornendogli gli strumenti per esplorare l’opera nel modo più accurato.

SINOSSI: Meglio dimenticare il logoro cerimoniale che accompagna gli anniversari e le ricorrenze: a sessant’anni dall’uscita nelle sale cinematografiche de «Il Gattopardo» di Luchino Visconti, questo volume ha i contorni di una pacifica insurrezione, confrontandosi con la penna dell’autore del romanzo Giuseppe Tomasi di Lampedusa e svelando il nesso tra il film, la pittura, la musica, il teatro e, soprattutto, l’annosa stereotipia sociale di derivazione lampedusiana, ossia la distorsione mediatica che talvolta ha fuorviato l’idea stessa della Sicilia.

Il film capolavoro della Titanus conserva intatto il suo fascino magnificato in tutto il mondo ed il libro indica un angolo di visuale inedito, alternativo e moderno: «Il Gattopardo» è visto dal Sud, stavolta. L’opera stimola un’analisi più aderente alla realtà moderna, svincolata da preconcetti che partono dall’indiscusso valore del film e del romanzo, ma andando oltre qualunque lettura sbrigativa e manierata. 

BIOGRAFIA DELL’AUTORE:  Antonio La Torre Giordano è uno storico del cinema e critico cinematografico.
Insegna Storia del cinema in istituti scolastici di diverso ordine e grado, collabora con riviste specializzate ed è autore di mostre e rassegne.

Dirige la collana editoriale “Cinefocus” per Edizioni Lussografica, e ha pubblicato i libri “Luci sulla città. Palermo nel cinema dalle origini al 2000” (Lussografica, 2021), “Cinema protogiallo italiano. Da Torino alla Sicilia, la nascita di un genere (1905-1963)” (Lussografica, 2022), e “Beati Paoli Archives. Cinema e media” (Lussografica, 2022). Ha inoltre partecipato alla stesura del dizionario “501 Movie Directors” di Steven Jay Schneider (Australian Broadcasting Corporation, 2007).

Nel cinema ha contribuito alla stesura delle sceneggiature di “In Sicily” (2013), “Una giornata meravigliosa” (1999), “Trittico di Antonello” (collaboratore ai dialoghi) (1992), e “Microfilm” (storia originale) (1992).

Ha contribuito con ricerche e materiali d’archivio alla realizzazione di “Ennio” (2021) di Giuseppe Tornatore, “Uno, nessuno, cento Nino” (2021) di Luca Manfredi, “Steno” (2022) di Raffaele Rago e diversi altri documentari. È direttore di “ASCinema – Archivio Siciliano del Cinema” ed è iscritto all’anagrafica dei fornitori/ricercatori di RAI Documentari e RAI Cultura.


Il Gattopardo – 1

Il Gattopardo – 2

Antonio La Torre Giordano

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Diego Protani è un operatore dell'informazione, cultore di Cinema e Teatro. grande lettore di Libri.

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