ZLS Lazio può partire subito se si vuole

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Non perdere un’occasione irripetibile per ridare possibilità di ripresa economica e sociale


di Ermisio Mazzocchi

ZLS Lazio ha i suoi strumenti per partire
ZLS Lazio ha i suoi strumenti per partire

ZLS LAZIO. Il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Nicola Calandrini, FdI, ha comunicato che il “Decreto Sud” non potrà accogliere la richiesta di includere nella Zes Unica – Zone economiche speciali – le province di Frosinone e Latina, una richiesta che era stata formalizzata con emendamenti, presentati da più partiti.

Una conclusione che non giunge inaspettata.

Di fatto con tale provvedimento si sarebbero estesi i benefici a un’area che non rientra tra quelle che l’Accordo di partenariato con l’UE individua come facenti parte delle regioni meridionali ex Cassa del Mezzogiorno.

Indubbiamente si è persa un’occasione, forse irripetibile, per ridare una possibilità di ripresa economica e sociale a questi territori, in cui avanzano inesorabilmente la desertificazione industriale e la crisi di altri settori produttivi, tra i quali, in particolare, l’edilizia e il commercio.

Una scelta del governo, che, a mio parere, potrebbe celare altre motivazioni dovute a contrasti e rivalità interne alla maggioranza.

La Lega nei giorni scorsi ha chiesto con un emendamento, primo firmatario Stefano Candiani, deputato di spicco della Lega, lo stop alla Zes, per allargare il raggio al Nord, in Piemonte e in Lombardia, estendendola in particolare alle province di Como, Sondrio e Varese per combattere la competitività della confinante Svizzera. Si è preferito, per non aprire altri conflitti nel governo, chiudere a qualsiasi richiesta di ampliare la Zes, con la promessa al leghista Ottaviani di “studiare soluzioni idonee a calmierare eventuali effetti negativi per i territori della regione confinanti con la nuova Zes Unica”, così come afferma Calandrini.

Non c’è da studiare nulla, perché sono disponibili già da tempo strumenti adeguati, immediatamente utilizzabili.

L’8 febbraio 2022 il Consiglio regionale del Lazio approvò il documento “Zona logistica semplificata del Lazio”, con un programma preciso e dotato di finanziamenti. (vedi i virtuosi circuiti di interventi finanziari)

Perché fosse operativo il dispotivo avrebbe dovuto essere reso praticabile con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. A oggi il governo Meloni non ha preso minimamente in considerazione la sua attuazione.

E’ necessario denunciare con forza i gravi ritardi politici e burocratici tanto della Regione Lazio quanto quelli del Governo.

Il PD dovrebbe con forza sollecitare Rocca a chiedere al Presidente del Consiglio, Meloni, il riconoscimento della “ZLS – Lazio”, che sarebbe in vigore dal 1 gennaio 2024.

Questa si prospetta come la soluzione più idonea ad affrontare la crisi economica e occupazionale delle due realtà territoriali. Senza perdersi in tentativi dispersivi e inutili.

E non ci si può consolare con la pace fatta nella maggioranza, quando i problemi restano assolutamente irrisolti.

Per essi si non si può ricorrere, come appare da alcune dichiarazioni, all’utilizzo di metodi di intervento finanziario che riflettano quelli della Cassa del Mezzogiorno.

Questa, istituita nel 1950, venne soppressa nel 1984 con un proseguo della sua attività con l’Agenzia Sud, liquidata nel 1992. Gli interventi della Cassa per le provincie di Frosinone e Latina passarono da 2.000 milioni di lire in prestiti agevolati, concessi nel 1957, a 602.740 milioni nel 1991.

Una massa enorme di denaro che produsse, sia pure tra ombre e luci, la modernizzazione dell’economia di questi territori. Oggi, di effetti degli investimenti, resta ben poco. Gli ultimi anni con la globalizzazione, i mutamenti geopolitici avvenuti nel mondo, hanno visto sempre più aggravarsi la condizione economica e sociale della provincia.

Il tessuto produttivo si è impoverito e si assiste a una estensione della desertificazione industriale, a una crescita della disoccupazione, all’assenza di investimenti. Questa situazione avrebbe richiesto particolari e immediati interventi volti allo sviluppo e alla ripresa produttiva programmata del territorio.

Utilizzare la Zls può essere l’occasione per ricostruire su basi produttive meno fragili il tessuto economico, per garantire un più stabile e diffuso sostegno alle imprese e stabilizzare le prospettive di mercato.

Credo che occorra un particolare impegno e un’attenta vigilanza, soprattutto da parte del PD.

Esso non dovrà permettere che il centrodestra, con chiari toni propagandistici, prometta di adoperarsi per provvedimenti finalizzati a “investimenti specifici che vadano a consolidare le aree di confine Zes”. Dichiarazioni che non sono supportate da un concreto progetto e hanno solo il fine di confondere e possono preludere solo alla vanificazione di quel progetto e delle relative ipotesi di sostegno economico e finanaziario, senza prendere in nessuna considerazione quei provvedimenti che invece sono utili a questo scopo e che già sono nella “ZLS – Lazio”

Urge che il PD metta in campo le necessarie iniziative per arrivare a una sua chiara e definita posizione in merito ai problemi della società provinciale.

30 ottobre 2023

ZLS Lazio può partire subito se si vuole


 ZLS Lazio

ZLS Lazio si può istituire da gennaio ’24                                                

e.mazzocchi 260h ridimensionato

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Ermisio Mazzocchi

ByErmisio Mazzocchi

Ermisio Mazzocchi: nato a Vetralla (VT) il 7 agosto 1946. E' laureato in Filosofia presso l'Università di Roma "La Sapienza". Nel 1972 è dirigente nel PCI nella Federazione di Frosinone. Dal 1985 assume l'incarico di Presidente della Confederazione italiana coltivatori (oggi CIA) che lascerà nel 1990 per ricoprire incarichi politici nel Comitato regionale del PCI e in seguito PDS del Lazio. Si è occupato di agricoltura e dei suoi prodotti come Presidente della Consulta regionale e nell'ambito dell'ARSIAL. Nel 2004 tiene su incarico dell'Università di Cassino un corso sul tema "Storia della bonifica pontina". Nel 2003 pubblica il suo primo libro sulla storia dei partiti cui segue il secondo nel 2011 sullo stesso tema. Il suo impegno politico è nel PD. Studia avvenimenti storici ed economici.

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