Perle d’arte. L’estasi di Santa Teresa

Franco Di Pofi

ByFranco Di Pofi

7 Novembre 2023
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Opera di Gianlorenzo Bernini nella chiesa di Santa Maria della Vittoria


di Franco Di Pofi

Perle d'arte. l'angelo con la freccia
Perle d’arte. L’angelo con la freccia

PERLE D’ARTE. Scendi dal treno, esci dalla stazione Termini e domandi dove sono le terme di Diocleziano (sono lì vicino). Dopo pochi metri vi è la bellissima chiesa di Santa Maria degli angeli, progettata da Michelangelo.

Passi davanti al Planetario e arrivi a piazza S.Bernardo; qualche minuto per ammirare la fontana del Mosè e poi, attraversando via XX settembre, ti trovi innanzi alla chiesa di Santa Maria della Vittoria. Tra le oltre 200 chiese di interesse storico artistico di Roma è una delle meno appariscenti.

Situata ai bordi di un incrocio, con una facciata poco vistosa, se non fosse per qualche ragione specifica non la si noterebbe. Io avevo una di quelle ragioni: vedere il gruppo marmoreo “L’estasi di Santa Teresa” di Gianlorenzo Bernini.

Entrai e, come al solito, partii dalla navata destra. Giunto al termine della stessa, mi trovai di fronte alla porta della sacrestia. Sulla soglia vi era un sacerdote piccolo di statura, radi capelli , età matura. Incrociammo lo sguardo e lui, avvicinandosi con passo lievemente zoppicante e un sorriso cordiale, mi disse “posso aiutarti, cerchi qualcosa di particolare”? “Sì! L’estasi di Santa Teresa “.

“Volgiti alla tua sinistra, eccola lì”. Stavo per ringraziare, ma il sacerdote: “scusami, tu non sei romano”. Perplesso risposi ” veramente sono della provincia di Frosinone, ma è molto tempo che risiedo a Roma”. Padre Cesare carmelitano,con un sorrisetto, mi fece ricordare da dove venivo: “vedi tu puoi stare tutti gli anni che vuoi a Roma, ma io un ciociaro lo riconosco sempre”. “Ma lei è…” “sì, sono di Ferentino; andiamo ho un pò di tempo, ti parlerò della chiesa”.

Entrò nella sacrestia e mi pregò di seguirlo. Pensai fosse una cosa strana visitare una chiesa dalla sacrestia, ma capii quando cominciò a mostrarmi bandiere, insegne, cimeli e grandi dipinti. Questi rappresentavano la battaglia della cosiddetta “Montagna bianca”. Parliamo della guerra dei 30 anni, fase boema, combattuta nei dintorni di Praga, su di una collina,nel 1620 e che fu decisiva per la vittoria dell’esercito cattolico contro i luterani Boemi. Cominciò da quì.

Perle d'Arte. Gian Lorenzo Bernini Cappella Cornaro.
Perle d’arte. Gian Lorenzo Bernini Cappella Cornaro.

“Nel 1607 i carmelitani scalzi comprarono il terreno tutt’intorno all’attuale chiesa da una nobile famiglia, risalente addirittura a Muzio Scevola: Muti. Essi avevano costruito una piccola cappella dedicata a S.Paolo. Nel 1608 iniziò la chiesa attuale su progetto di Carlo Maderno (il grande architetto della facciata di S.Pietro) e terminò nel 1620. Restò il nome di San Paolo fino alla vittoria succitata, quando fu intitolata alla Madonna.”

“Perché proprio a Maria- domandai”. “Un nostro confratello rinvenì, tra le macerie di un castello, una tela rappresentante Maria e il bambino Gesù. Si ritenne, se non un miracolo, un aiuto per la grande vittoria. È situata sull’altare.” E continuò… “durante gli scavi fu rinvenuta una statua del II secolo d.c.: l’ermafrodito dormiente; fu donata a Scipione Borghese (grande collezionista – museo Borghese), che fece costruire la facciata”.

Usciti dalla sacrestia cominciò a parlarmi dei marmi preziosi di cui è ripiena la chiesa. La sua passione; non l’avrei mai notati senza di lui. Tappeti e pareti di marmi di ogni colore; per ognuno mi diceva il tipo, la provenienza, il valore. Guardò l’orologio e, prima di lasciarmi, con la promessa di rivederci, mi parlò brevemente dell’interno della chiesa. “Navata unica, tre cappelle per lato, arconi a crociera su cui poggia la cupola senza tamburo: classica chiesa barocca”.

Lì per lì, rimasi male; avrei voluto continuare con lui la visita, ma mi ritenni soddisfatto di quello che avevo appreso e che sarebbe stato meglio vedere “L’estasi di Santa Teresa” da solo. In questo modo, come sempre, avrei dato la mia personale interpretazione, provando sensazioni senza condizionamenti.

Parle d’ arte. L’estasi di Santa Teresa

Nella sua lunga vita Bernini ebbe modo di avere commissioni da molti papi, ma fu il prediletto di Urbano VIII (Barberini) per il quale realizzò grandi opere. Ricordo per brevità solo il “Baldacchino di S.Pietro”, imponente opera in bronzo; per costruirlo Gianlorenzo fu autorizzato a spogliare il Pantheon di questo prezioso metallo. A questo proposito tal Carlo Castelli scrisse la seguente “pasquinata” “Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini” ( quello che non fecero i barbari lo fecero i Barberini). Oggi possiamo dire che questo spogliare ci ha reso un patrimonio d’arte senza uguali.

Morto Urbano VIII, sale al soglio pontificio Innocenzo X. Costui era contrario alla politica del predecessore e Bernini ne pagò le conseguenze. Fu estromesso da ogni lavoro e al suo posto tornarono coloro accantonati da papa Urbano. Per es.: Borromini. (Proprio come oggi quando cambia il governo)
Fu un periodo buio, umiliante per Gianlorenzo. Molti lo considerarono (a 47 anni) finito. Ma non era nè finito né tanto meno dimenticato.

Perle d'arte. GianLorenzo Bernini Estasi di santa-Teresa1647-52. Roma Chiesa di Santa Maria dellaVittoria
Perle d’arte. GianLorenzo Bernini Estasi di santa-Teresa1647-52. Roma Chiesa di Santa Maria dellaVittoria

Il cardinale Corner (italianizzato Cornaro), di nobile famiglia veneziana- il padre fu doge, voleva essere sepolto a Roma. Essendo molto devoto a Santa Teresa d’Avila ed essendo costei fondatrice dei “carmelitani scalzi” si rivolse ai frati della chiesa “Santa Maria della Vittoria”. Costoro gli concessero uno spazio alla sinistra del transetto. Il cardinale, collezionista e intenditore d’arte, affidò la realizzazione di una cappella a…Gianlorenzo Bernini. Unico impegno: Santa Teresa sarebbe dovuta essere la protagonista.

Possiamo ben immaginare quali sentimenti attraversarono la mente di Gianlorenzo se riuscì a compiere la sua opera più affascinante, più sorprendente, tanto da essere presa come simbolo del “Barocco”. Fu la rivincita. Lo stesso Innocenzo X gli affidò il progetto della fontana dei “Quattro fiumi”, a piazza Navona. I lavori della cappella iniziarono nel 1647 e terminarono nel 1652.

Bernini, prima di iniziare l’opera, volle capire bene chi fosse s.Teresa, cercando lo spunto per l’opera che si apprestava a compiere. Leggendo la biografia della santa, venne a conoscenza di alcune malattie strane che la costringevano a letto paralizzata. Ella aveva, allora, dialoghi con Gesù e, durante queste visioni celesti, cadeva in estasi. In una di queste ricevette la “trasverberazione”. Un angelo trafigge il suo cuore con una freccia. E Bernini andò a leggere quello che Santa Teresa scriveva a proposito.

[…] vedevo un angelo accanto a me […] in forma corporea […] cosa che mi accade rarissime volte […] in questa visione piacque al Signore che lo vedessi così: non era grande, ma piccolo e molto bello, […] da sembrare uno degli angeli molto elevati in gerarchia […] devono essere quelli che chiamano cherubini. […] gli vidi nelle mani un lungo dardo d’oro che sulla punta di ferro sembrava avesse pò di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata dell’amore di Dio. Il dolore […] mi faceva emettere gemiti, ma era così grande la dolcezza […] che non c’era da desiderarne la fine. […] non era un dolore fisico, ma spirituale anche se il corpo non tralasciava di parteciparvi e non poco, anzi molto. […] Io supplico la divina bontà di farlo provare a chi pensasse che io mento.
[…] per me era una benedizione più grande di tutto ciò che le cose create potessero darmi.

Immagino Bernini che scatta in piedi ed esclama “ci siamo”. Progetto della cappella, bozzetto dell’opera approvato dal cardinale e… si comincia. Cinque anni dopo, l’opera più stupefacente del grande artista era compiuta.

Un consiglio: se andate a vederla tenetevi indietro di qualche metro, poi avvicinatevi il più possibile. Potete così notare come Gianlorenzo unisca le sue doti di scultore, architetto e scenografo per creare, in una piccola e buia cappella, un vero e proprio “spettacolo teatrale”.

Allunga il transetto creando più spazio, apre una finestra dietro il timpano e da la luce naturale, rappresentata dai raggi d’oro, che fa risaltare il gruppo scultoreo creando un aurea di misticismo. Rialza il medesimo da terra, colloca la santa su di una nuvola e a fianco l’angelo pronto a “trasverberarla” ( trafiggerla).

È la scena! Gli attori scolpiti con somma precisione e maestria sono reali; stanno recitando. Al solito, nelle mani di Gianlorenzo il marmo diventa carne. Ai lati due palchi con gli spettatori: la nobile famiglia Cornaro che rende omaggio a Teresa. Osservano e discutono tra loro. Sono nei migliori posti del teatro; in platea gli spettatori che ogni giorno vanno a godersi lo spettacolo: noi.

Il teatro di Bernini ! Un trionfo di marmi policromi: le colonne corinzie, il sontuoso timpano, i palchi e il sempre stupendo marmo di Carrara dei protagonisti.

Perle d’arte. Adesso ci avviciniamo.
Bernini aveva letto e riletto gli scritti della santa e li interpetra magistralmente tanto da lasciare lo spettatore incredulo e affascinato.

Ed ecco il sorriso malizioso dell’angelo con i boccoli che incorniciano il bellissimo viso; le scosta la veste per colpirla con la freccia “infocata”. Teresa ha la testa abbandonata all’indietro, gli occhi semichiusi rivolti al cielo; dalla bocca aperta sembrano uscire i gemiti di cui ella ha scritto. La pieghe della veste sembrano onde di un mare agitato: è il dolore e il piacere.

Quelle pieghe rappresentano magistralmente che il corpo della santa è percorso da brividi di piacere spirituale e fisico. È indubbio che l’opera ha connotati che possono turbare; la posizione della donna è chiara. Il maestro ha voluto ciò, non tradendo Teresa: l’estasi spirituale contemplativa nel bel giovane viso; la voluttà nel corpo. Ricordiamo le sue parole[…] “anche se il corpo non tralascia di parteciparvi e non poco”.

Così l’amore spirituale di Dio, può coinvolgere tanto da non farti ragionare (Teresa: “ero fuori di me”) e diventare amore fisico.
Alcuno critici hanno parlato di “erotismo sacro”. Effettivamente, vedendo e rivedendo l’opera, ho riscontrato questa affermazione anche, laicamente, senza “sacro”. Mi è venuta in mente “amore e psiche” di Canova (Louvre). Molto erotica, ma siamo un secolo dopo e il soggetto è mitologico.

Quì parliamo di una donna in carne e ossa, una santa, che ha raccontato un’esperienza dai contenuti erotici. E la magia di Bernini è stata quella di trarre, da un pezzo di pietra, quelle sensazioni personali, intime di Teresa, piegando il marmo come fosse creta.
Una meraviglia che stupì anche il musicista Pietro Mascagni che prese “L’estasi di Santa Teresa” come soggetto per una sua opera.

Nota
Perle d’arte. Nella chiesa sono da citare due pale d’altare di Domenichino, Guercino e un dipinto di Reni

Perle d’arte. L’estasi di Santa Teresa


Basilica di S, Maria della Vittoria – sito

Franco Di Pofi
Franco di Pofi

Nato a Ceccano il 16 maggio 1943, residente a Roma dal 1968. Sposato, due figli e cinque nipoti. Diploma di geometra conseguito presso l’istituto tecnico “Leonardo da Vinci” di Frosinone. Frequenta la facoltà di sociologia negli anni ’70 e facoltà di lettere ad indirizzo storico artistico negli anni ’90. Conosce francese e inglese, cominciato a studiare quando avevo già 50 anni. Funzionario Regione Lazio in pensione. Attivista politico nel P.S.D.I. dal 1963. Membro esecutivo provinciale giovanile (Frosinone). A Roma nel dicembre 1968 continua l’attività politica. Membro esecutivo provinciale, membro comitato centrale. Incarichi di governo: consigliere VIII circoscrizione, vicepresidente ospedale S.Eugenio, consigliere casa di riposo s. Francesca Romana. Interessi: storia dell’arte, letteratura, musica classica e operistica, teatro, cinema. Sport praticati: calcio, karate, sci. Ancora attivo nel tennis. Fanco Di Pofi su UNOeTRE.it

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Nato a Ceccano il 16 maggio 1943, residente a Roma dal 1968. Sposato, due figli e cinque nipoti. Diploma di geometra conseguito presso l'istituto tecnico "Leonardo da Vinci" di Frosinone. Frequenta la facoltà di sociologia negli anni '70 e facoltà di lettere ad indirizzo storico artistico negli anni '90. Conosce francese e inglese, cominciato a studiare quando avevo già 50 anni. Funzionario Regione Lazio in pensione. Attivista politico nel P.S.D.I. dal 1963. Membro esecutivo provinciale giovanile (Frosinone). A Roma nel dicembre 1968 continua l'attività politica. Membro esecutivo provinciale, membro comitato centrale. Incarichi di governo: consigliere VIII circoscrizione, vicepresidente ospedale S.Eugenio, consigliere casa di riposo s. Francesca Romana. Interessi: storia dell'arte, letteratura, musica classica e operistica, teatro, cinema. Sport praticati: calcio, karate, sci. Ancora attivo nel tennis.

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