Chiesa “Santa Maria in Vallicella”

Franco Di Pofi

ByFranco Di Pofi

20 Dicembre 2023
Santa Maria in VallicellaSanta Maria in VallicellaSanta Maria in Vallicella

di Franco Di Pofi

Chiesa di Santa Maria Vallicella
Chiesa di Santa Maria Vallicella – interno

CHIESA. La chiesa Nova è situata in uno dei luoghi più ricchi di arte e di storia. A due passi da piazza Navona. In epoca romana Campo Marzio ( campo di Marte) dove si esercitavano I soldati; in seguito vi furono costruiti edifici restati famosi nei secoli, come il Pantheon.È del 1400 il famoso mercato ” Campo de’ Fiori”. Infine la zona delle scorribande di Caravaggio.

Per una visita mirata, per chi viene da fuori Roma, consiglio sempre il treno ( quasi impossibile circolare in macchina; a piedi resta la città più bella del mondo, anche con la ” monnezza”). Bus 64 da Termini! Una sosta a l.go Argentina dove si trova uno dei più importanti siti archeologici con 4 templi di età repubblicana. Potrai,altresì, vedere il punto in cui fu pugnalato Giulio Cesare . Prosegui per Corso Vittorio Emanuele e dopo poche centinaia di metri, sulla destra, la superba facciata della chiesa in oggetto. Anche se appoggiata a un palazzo, si staglia, con il suo semplice timpano più in alto. Davanti, una piccola piazzetta gli dà ampio respiro. In essa si nota una curiosa fontana del ‘500. Serviva,oltre a dissetare, alle donnine allegre per particolari abluzioni.

La chiesa

Si hanno notizie di essa fin dal VI secolo, fondata da San Gregorio magno. In una bolla papale del 1186 troviamo notizie di una nuova chiesa dove vi era un affresco raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e due angeli. Si tramanda un episodio nel quale il dipinto venne colpito da un sasso e dall’immagine di Maria scese un rivolo di sangue. Ora è collocata sull’altare.

Chiesa Nova, incontro con la Madonna di Federico Barocci
Chiesa Nova, incontro con la Madonna di Federico Barocci

La chiesa “Nova” che vediamo oggi è strettamente legata a san Filippo Neri.

Il santo nasce a Firenze  nel 1515 e muore a Roma nel 1595. Fin da ragazzo mostrò un carattere gentile, lieto, affabile; suscitando affetto e ammirazione. Si formò dai frati domenicani e aveva una devozione per Savonarola. Nel 1534 è a Roma. Precettore di due fratelli figli di un fiorentino e studioso di filosofia alla Sapienza;  La sera andava a pregare presso le catacombe. In una di  esse ebbe una visione di un globo di fuoco nel cielo ( Lo spirito santo) che lo colpì; questo episodio  intaccherà la sua salute. Lasciò la casa di coloro che l’avevano accolto e cominciò una vita da eremita…dentro Roma. Dormiva ovunque; per elemosina chiedeva pane e olive. Ai giovani,che lo deridevano,  riusciva a comunicare il bene, la fratellanza; molti si fecero preti.Da quella esperienza, dopo molte vicissitudini, nel 1548, Filippo fondò ” la Confraternita dei Pellegrini e dei Convalescenti”. Nel 1551 fu ordinato sacerdote. Nel 1575 papa Gregorio XIII gli fece dono della chiesa “Santa Maria in Vallicella,” alla quale legherà il suo nome per sempre. Con l’aiuto del cardinale Cesi e dello stesso papa, Filippo chiamò grandi artisti per la costruzione e la decorazione. Ne cito alcuni: Rubens, Guercino,Reni,Pietro da Cortona, Algardi…

La facciata, completata nel 1605, ha due ordini divisi da lesene corinzie; il portale è affiancato da colonne e due piccoli portali. Nell’ordine superiore una finestra con balaustra tra colonne che sorreggono il timpano. Due nicchie ai lati con due statue di santi.

L’interno è a tre navate e copertura a volte. Una grande navata centrale e 7 cappelle laterali; in ognuna di esse vi sono grandi opere. Ma l’importanza, a parte questi brevissimi cenni tecnici, di questa chiesa è l’opera che in essa mise in atto s. Filippo Neri. Se incontrate un romano e chiedete della chiesa “nuova”, vi risponderà: “Ah! La chiesa di” Pippo bono”. Così venne chiamato per la sua opera di amore verso il prossimo. Aiutò i malati, gli emarginati, i poveri e, con il suo “Oratorio,” accolse i bambini, i ragazzi orfani, abbandonati e li fece crescere nella gioia e nella speranza. 

Resta famoso il suo intercalare, quando i ragazzi erano particolarmente vivaci,  “State boni se potete… Abbiamo potuto conoscere tutto ciò nel cinema e in televisione. 

Intorno alla figura di San Filippo Neri sorsero molte leggende; una viene proprio dal santo e contribuì a rendere la chiesa un luogo di pellegrinaggio. 

La costruzione iniziò con la demolizione della vecchia chiesa. 

“Una notte Filippo sognò di una trave che era sul punto di cadere sugli operai; non ci sarebbe stato scampo per loro. Fu allora che vidde Maria in volo, circondata da angeli, sorreggere la trave e salvare quegli uomini. Al mattino il santo corse al cantiere e constatò che la trave,effettivamente, era stata sul punto di cadere e, inspiegabilmente,era rimasta  in bilico dando la possibilità di rimuoverla senza rischi.

È il secondo miracolo. In seguito il santo incaricò uno dei più prestigiosi artisti, Pietro da Cortona di eseguire un affresco rappresentante quell’episodio e che copre una buona parte del soffitto. Uno spettacolo. 

Nel 1497 Girolamo Savonarola, fu scomunicato da papa Borgia e l’anno dopo impiccato e bruciato. La sua critica alla Chiesa si può riassumere in questa sue esplicite parole: ” Nella lussuria ti sei fatta meretrice sfacciata, tu sei peggio che bestia, tu sei mostro abominevole. Dopo la morte del frate, la Chiesa continuò… come prima.

Diverso fu quando Martin Lutero,nel 1517, con le sue 95 tesi,denunciava la corruzione e il malaffare del papato provocando uno scisma che sarà conosciuto col nome di “Riforma Luterana (protestantesimo). Esso attecchì, rapidamente, in diversi paesi europei. La Chiesa reagì indicendo, con  Paolo III, il “Concilio di Trento” che si tenne dal 1545 al 1563. La “Controriforma”.

Oltre alla riaffermazione dei dogmi si impegnò, anche nel dare nuovi indirizzi all’arte. Le chiese sarebbero dovute essere maestose nella facciata,  ricche all’interno. I fedeli debbono essere entusiasti del loro luogo di preghiera. Le figure nei dipinti debbono abbandonare “il Bello” per il “Buono”. Significa che le figure debbono rappresentare la realtà, essere “umanizzate”, i luoghi, i panneggi coerenti con i personaggi. I sentimenti debbono trasparire chiaramente.

Sarà l’avvento del “Barocco”. Caravaggio “esagererà” nell’esaltare quei princìpi. Tra la classicità e il barocco si pongono artisti che, pur non abbandonando del tutto il classico, anticipano quello che sarà il “Barocco “. Uno dei maggiori esponenti è :

Federico Barocci 

Chiesa Nova. Federico Barocci
Chiesa Nova. Federico Barocci

Nasce a Urbino nel 1535 e ivi muore nel 1610. Un bisnonno scultore, il padre incisore. Fu mandato a Pesaro da uno zio presso il quale studiò matematica, prospettiva, architettura.

Tornato a Urbino, ebbe le sue prime commissioni, ma,giovanissimo, seguendo l’esempio di Raffaello, lo troviamo a Roma. Qui inizia la sua carriera.

I suoi dipinti sono ammirati da un anziano Michelangelo e fonte d’ispirazione di grandi artisti come Rubens, Bernini. Il suo soggiorno a Roma durò poco. Ebbe dei dolori al ventre che lui addebitò a un avvelenamento dai suoi “invidiosi ” colleghi. Tornò a Urbino; si ritirò in un volontario eremo ( la sua dimora) da dove spediva i suoi quadri in tutta Italia e in Europa. Divenne famoso quanto i più grandi.

Dimenticato per secoli ( come del resto Caravaggio) nel 2013 tal Nicholas Penny, colto direttore della National Gallery si fece promotore di una mostra che presentava 20 dipinti di Barocci e molti disegni ( Lo aveva conosciuto nei suoi studi di storia dell’arte) e così lo presentò:

“Barocci non è stato superato per le armonie dei colori originali e ricercati, per la dolcezza dei sentimenti, per le composizioni irresistibili “. E ancora: “Barocci ha reso il sacro allo stesso tempo divinamente bello e irresistibilmente umano”. E San Filippo?

San Filippo Neri, con Sant’Ignazio da Loyola, fu il più grande fautore e diffusore della Controriforma e Il nostro pittore, molto religioso, aveva aderito in toto ai dettami della stessa. Così, quando il santo dovette decorare la sua chiesa, si ricordò dell’artista di Urbino e gli commissionò due opere:“presentazione di Maria al tempio” e la:

“La Visitazione”

Maria ricevette l’annuncio dell’angelo, inviato da Dio, diventerà madre di Gesù, per opera dello Spirito Santo. La Madonna, dubbiosa, viene rassicurata dal fatto che sua cugina Elisabetta, anziana e sterile, era al sesto mese di gravidanza. Ciò significava che Dio poteva ogni cosa.

A questa notizia, Maria volle andare subito da lei. Chiese aiuto a Giuseppe che trovò una carovana diretta a Gerusalemme. Da Nazareth, dopo aver percorso 130 km, Maria arrivò a casa della cugina che si trovava a poca distanza dal centro del paese. Le sacre scritture ci dicono che Maria, poco prima di giungere, chiamò ad alta voce Elisabetta. 

Elisheba! Elisheba!

Il tema della Visitazione era sempre rappresentato, nei dipinti, con personaggi che si estraevano da ogni contesto terreno, d’altronde, in questo  caso, si trattava della raffigurazione di un episodio di un eccezionale valore teologico. “La madre di Dio”!

Barocci conosce bene le risoluzioni della “Controriforma” e sceglie di porre Maria ed Elisabetta in una scena domestica, familiare. Maria è, soltanto,  una giovinetta (15 anni?) che va a visitare la sua anziana parente che aspetta un bambino. Eppure si respira un’aria di  divinità, di sacralità, talmente forte,che il fedele di sente più vicino  a loro e nel contempo avverte che si trova difronte alla massima santità. Infatti si dice che davanti a quel dipinto vi era sempre molta gente in preghiera. La grandezza di un grande artista.

 Personalmente ho ricordato Bernini che faceva delle sculture…scene teatrali. Barocci lo anticipa; anche questo dipinto è una rappresentazione teatrale. La scena è davanti a una modesta dimora, in un paesino  a carattere rurale.

Da una quinta oscura emergono,  al centro, le protagoniste: Maria ed Elisabetta. Affacciato Zaccaria, marito di costei. Ai lati l’uomo e la donna.

I personaggi si muovono all’unisono recitando ognuno la propria parte.

Elisabetta stringe la mano di Maria e con la sinistra l’abbraccia teneramente; il suo sguardo è un misto di meraviglia, di amorevole rispetto e sembra sentirla dire: “a cosa devo che la madre del mio Signore venga da me”. Maria guarda intensamente la cugina e il suo sguardo sembra presagire quello che accadrà. 

Anche gli sguardi, le pose dei comprimari sono significativi. Zaccaria, riconosciuta Maria, la guarda con dolcezza; la ricordava bambina. La donna con le galline è incuriosita, ma  pronta ad andarsene; si alza con la mano sinistra la gonna e si avvierà. Non vuole disturbare. Anche l’uomo raccoglie il sacco con la sua mercanzia, salirà sull’asino e tornerà indietro.  Quante volte abbiamo visto questa scena nei nostri paesi; i contadini andavano nelle case a vendere i loro prodotti.   

Barocci anticipa il ‘600, ma non si può distaccare dagli insegnamenti dei grandi maestri del ‘500. Ha assorbito la lezione dell’immenso Leonardo: “lo sfumato”

I contorni delle figure, nella “Visitazione” sono sfumati, ottenendo, così, lievi gradazione di luce e colore per giungere a un passaggio delicato dalla luce all’ombra. 

Un’altra concessione ai suoi tempi: in prospettiva, nell’arco, il grande artista ha dipinto il palazzo ducale di Urbino.

I particolari sono di una minuziosità impressionante. Egli soleva fare molti schizzi  preparatori e così viene in evidenza: il cesto con i polli, la testa dell’asino, la vecchiezza di Elisabetta nel viso e nei capelli e di Zaccaria nella lunga barba bianca, la bellezza di una giovanissima Maria.

I personaggi, in esatta proporzione, non offrono nemmeno un minimo spazio a un possibile “horror vacui” (spazio vuoto).Un cenno a parte meritano i panneggi dai colori brillanti, diversi, personalissimi; completano un disegno preciso ed esaltano una scena piena  di umana santità. 

È noto che San Filippo Neri, rapito dalla dolcezza dei sentimenti, pregava davanti a questo dipinto e cadeva… in estasi. Oggi diremmo “Sindrome di Stendhal”.


Chiesa “Nova”

Belle Arti su UNOeTRE.it

Franco Di Pofi
Franco di Pofi

Nato a Ceccano il 16 maggio 1943, residente a Roma dal 1968. Sposato, due figli e cinque nipoti. Diploma di geometra conseguito presso l’istituto tecnico “Leonardo da Vinci” di Frosinone. Frequenta la facoltà di sociologia negli anni ’70 e facoltà di lettere ad indirizzo storico artistico negli anni ’90. Conosce francese e inglese, cominciato a studiare quando avevo già 50 anni. Funzionario Regione Lazio in pensione. Attivista politico nel P.S.D.I. dal 1963. Membro esecutivo provinciale giovanile (Frosinone). A Roma nel dicembre 1968 continua l’attività politica. Membro esecutivo provinciale, membro comitato centrale. Incarichi di governo: consigliere VIII circoscrizione, vicepresidente ospedale S.Eugenio, consigliere casa di riposo s. Francesca Romana. Interessi: storia dell’arte, letteratura, musica classica e operistica, teatro, cinema. Sport praticati: calcio, karate, sci. Ancora attivo nel tennis. Fanco Di Pofi su UNOeTRE.it


 

Iscriviti al nostro canale Youtube di UNOeTRE.it 

 

Sottoscrivi abbonamento gratuito all’aggiornamento delle notizie di https://www.unoetre.it – Home

 
Vuoi dire la tua su UNOeTRE.it? Clicca qui

 

Sostieni UNOeTRE.it

 

Pagare con una carta

Sostieni il nostro lavoro

UNOeTRE.it è un giornale online con una redazione di volontari che s’impegnano gratuitamente. Qualsiasi donazione tu possa fare, fra quelle che qui sotto proponiamo, rappresenta un contributo prezioso per il nostro lavoro. Si prega di notare che per assicurare la nostra indipendenza, per parlare liberamente di argomenti politici, i contributi che ci invierete non sono deducibili dalle tasse. Per dare il tuo sostegno tramite il sito, clicca qui sotto sul bottone Paga Adesso. Il tuo contributo ci perverrà sicuro utilizzando PayPal oppure la tua carta di credito. Grazie

La riproduzione di quest’articolo che hai letto è autorizzata a condizione che siano citati la fonte www.unoetre.it e l’autore. E’ vietato il “copia e incolla” del solo testo sui socialnetwork perchè questo metodo priva l’articolo del suo specifico contesto grafico menomando gravemente l’insieme della pubblicazione. L’utilizzo sui socialnetwork può avvenire soltanto utilizzando il link originale di questo specifico articolo presente nella barra degli indirizzi del browser e originato da https://www.unoetre.it

Creative Commons License
UNOeTRE.it by giornale online is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.

 

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni

Grazie per aver letto questo post, se ti fa piacere iscriviti alla newsletter di UNOeTRE.it!

Franco Di Pofi

ByFranco Di Pofi

Nato a Ceccano il 16 maggio 1943, residente a Roma dal 1968. Sposato, due figli e cinque nipoti. Diploma di geometra conseguito presso l'istituto tecnico "Leonardo da Vinci" di Frosinone. Frequenta la facoltà di sociologia negli anni '70 e facoltà di lettere ad indirizzo storico artistico negli anni '90. Conosce francese e inglese, cominciato a studiare quando avevo già 50 anni. Funzionario Regione Lazio in pensione. Attivista politico nel P.S.D.I. dal 1963. Membro esecutivo provinciale giovanile (Frosinone). A Roma nel dicembre 1968 continua l'attività politica. Membro esecutivo provinciale, membro comitato centrale. Incarichi di governo: consigliere VIII circoscrizione, vicepresidente ospedale S.Eugenio, consigliere casa di riposo s. Francesca Romana. Interessi: storia dell'arte, letteratura, musica classica e operistica, teatro, cinema. Sport praticati: calcio, karate, sci. Ancora attivo nel tennis.

Privacy Policy Cookie Policy