Gesù alla colonna, di Sebastiano del Piombo

Franco Di Pofi

ByFranco Di Pofi

27 Gennaio 2024 ,
Chiesa di S. Pietro in Montorio. InternoChiesa di S. Pietro in Montorio. InternoChiesa di S. Pietro in Montorio. Interno

Perle d’arte nelle chiese di Roma. San Pietro in Montorio 


di Franco Di Pofi

Gesù alla colonna. La piazza
Gesù alla colonna. La piazza ©viaggiatricecuriosa.it

GESU’ ALLA COLONNA. Ero andato a vedere una mostra del pittore Sebastiano del Piombo ed ero rimasto colpito e affascinato dai suoi dipinti.

Leggendo, nel catalogo, della sua storia e di altre opere non esposte, scoprii che in una chiesetta sul colle del Gianicolo, vi era un suo dipinto. Non saprei dire quante volte sono stato, abitando nei pressi, su detto colle; basti pensare che accompagnavo, i miei figli e, quindi, i loro a vedere il “Teatrino di Pulcinella”. Conoscevo, pertanto, la chiesa, ma non vi ero,mai, entrato.

E così, in un mattino di marzo, quando il sole splendente e un “venticello” di tramontana rende il cielo limpido e l’aria più respirabile, mi trovo, per l’ennesima volta, a osservare uno spettacolo unico.

Se, per caso, qualcuno,  che leggesse queste righe, non l’avesse visto, lo inviterei a venire, magari guardando le previsioni del tempo. Vedreste un panorama fantastico: Roma e i suoi monumenti e, all’orizzonte, i monti ancora innevati.

Il Gianicolo, bensì sia il colle più alto (in estate ci si viene per difendersi dall’afa) non è tra i sette colli storici dell’antica Roma, ma è, anch’esso, testimone di storia e leggende. A cominciare dal suo nome preso dal dio Giano. Sembra sia costui l’unico dio autoctono e il più antico.

Una leggenda vuole che avesse accolto Crono (per i latini Saturno) che fuggiva dal figlio Giove. Era bifronte a significare il passato,  il futuro, il giorno e la notte. E in ordine cronologico: il tempietto del Bramante (1)il Fontanone(2)la battaglia di porta S.Pancrazio.(3)

In questo angolo di pace e alla fine dello stesso (poi sarà Trastevere) sulla sinistra la piccola chiesa di cui ho parlato prima:

Gesù alla colonna. La facciata di di San Pietro in Montorio 
Gesù alla colonna. La facciata di di San Pietro in Montorio ©Wikipedia 

Dedicata a San Pietro nel luogo dove un’altra leggenda poneva sul Gianicolo la crocifissione del medesimo. Montorio in quanto sul Colle c’era della sabbia color d’oro; fu chiamato “mons aureus” e divenne, nel tempo, il nome attuale. 

Esisteva già dal secolo IX, una chiesa e un convento, quando Sisto IV ne fece dono ai “francescani” che, nel 1479, sui resti fatiscenti del complesso, cominciarono la ricostruzione. Ferdinando II e Isabella di Castiglia diedero generosi contributi a papa Alessandro VI che consacrò la chiesa nel 1500.

Essa presenta una semplice facciata a timpano a due ordini e un rosone gotico; due rampe di scale conducono al portale. 

Interno: navata unica che termina in un abside poligonale. Cinque cappelle laterali. 

Nella prima, appena si entra, a destra troviamo uno di quei capolavori d’arte pittorica sconosciuti ai più: 

Gesù alla colonna

Poco importa che io vada a vedere,ogni volta che mi reco sul Gianicolo, questo dipinto; importante è invece il fatto che ci sia andato Caravaggio. Costui ci sarà andato più volte dal momento che realizzò, a Napoli, un dipinto dello stesso tema che ricorda quello di Sebastiano del Piombo. 

Gesù alla colonna
Gesù alla colonna di Sebastiano Del Piombo ©Arte più 

Luciani Sebastiano nasce a Venezia, da famiglia agiata, nel 1485. Apprendistato presso la bottega di Giovanni Bellini. È a Roma nel 1511. Agostino Chigi gli affida le decorazioni di Villa Farnesina. In un primo tempo lo troviamo nei circoli raffaelliani che lascia per avvicinarsi a Michelangelo con il quale si unisce in una lunga amicizia. Ispirato dal grande artista crea un proprio stile alternativo a Raffaello. Riceverà, così,  numerose commissioni. La più importante resta “La Pietà di Viterbo”. Dopo quest’opera numerosi furono altri incarichi.

Pierfrancesco Borgherini, altro ricco banchiere fiorentino, chiede a Michelangelo di presentargli Sebastiano; intende affidargli i lavori di decorazione di una cappella, per la sua famiglia, nella chiesa di San Pietro in Montorio. I lavori cominciarono nel 1516 e terminarono nel 1524. Del Piombo, nomato così quando divenne custode del sigillo papale, era pigro e spesso veniva sollecitato da Michelangelo a finire le opere.

Giorgio Vasari, pittore e primo storico dell’arte, ci parla del dipinto di Sebastiano: [ il Cristo alla colonna, che fece in s.Pietro in Montorio, infino a ora non ha mai mosso et ha la vivezza e colore che il primo giorno…] Ancora oggi, malgrado ogni tipo di avversità è ben godibile. L’artista ha usato una tecnica particolare: dipinto a olio su muro avendo notato una particolarità lucentezza della superficie. 

Gesù alla colonna. Sebastiano del Piombo
Gesù alla colonna. Sebastiano Del Piombo ©Wikipedia 

In una piccola e buia cappella, Del Piombo crea un tempietto (Bramante?) con colonne talmente ben eseguite, i colori e le venature marmoree, i particolari capitelli, da sembrare vere. 

 Al centro, a grandezza naturale, pone Gesù; a fianco i due fustigatori, dietro i due uomini che assistono costoro. Un sapiente gioco di luci e ombre, frutto di una matura prospettiva, dà risalto ai gesti dei protagonisti che sembrano muoversi in una danza sincronizzata. Sebastiano ha ben assorbito la lezione di Michelangelo. Denuda,

giustamente, Gesù ( deve essere flagellato), ma lo fa anche con l’aguzzino di destra e scopre le gambe dell’altro. È l’effetto plastico, monumentale ed emotivo del Buonarroti. È effetto scultura. 

La figura di Gesù, in primo piano, ci mostra un giovane atletico, con i muscoli sodi e ben distribuiti( oggi diremmo “palestrato”); non ha ancora ricevuto una frustata. Il volto, piegato a sinistra, indica una serenità e impassibilità sorprendente. Sebastiano pensa che Gesù sia cosciente di essere oggetto del disegno divino e accetta,con rassegnazione,  il suo destino. È lontano dal momento in cui disse” padre allontana da me questo amaro calice”.

Gli aguzzini, in una posizione plastica, con i piedi ben saldi e il braccio destro in alto, sono pronti a colpire. Notevoli i muscoli della schiena in tensione. L’espressione dell’uomo di sinistra non appare particolarmente feroce, è,semmai, molto attenta a dove dovrà colpire. Le due figure,apparentemente in disparte, concorrono ad arricchire il quadro. I colori, di cui parlava Vasari, nei panneggi, nelle colonne rischiarano la scena, rendendo il tutto uno spettacolo di grande impatto. Ho letto ( vado a memoria) cosa ha scritto un noto critico d’arte “Se ti capita di andare a vedere ‘Cristo alla colonna’ nella chiesa di San Pietro in Montorio, non puoi fare a meno di tornarci”. Aggiungo: e ti regalerai,ancora, la gioia di essere in uno dei luoghi più belli e interessanti di Roma. 


San Pietro in Montorio

Franco Di Pofi
Franco di Pofi

Nato a Ceccano il 16 maggio 1943, residente a Roma dal 1968. Sposato, due figli e cinque nipoti. Diploma di geometra conseguito presso l’istituto tecnico “Leonardo da Vinci” di Frosinone. Frequenta la facoltà di sociologia negli anni ’70 e facoltà di lettere ad indirizzo storico artistico negli anni ’90. Conosce francese e inglese, cominciato a studiare quando avevo già 50 anni. Funzionario Regione Lazio in pensione. Attivista politico nel P.S.D.I. dal 1963. Membro esecutivo provinciale giovanile (Frosinone). A Roma nel dicembre 1968 continua l’attività politica. Membro esecutivo provinciale, membro comitato centrale. Incarichi di governo: consigliere VIII circoscrizione, vicepresidente ospedale S.Eugenio, consigliere casa di riposo s. Francesca Romana. Interessi: storia dell’arte, letteratura, musica classica e operistica, teatro, cinema. Sport praticati: calcio, karate, sci. Ancora attivo nel tennis. Fanco Di Pofi su UNOeTRE.it


 

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Nato a Ceccano il 16 maggio 1943, residente a Roma dal 1968. Sposato, due figli e cinque nipoti. Diploma di geometra conseguito presso l'istituto tecnico "Leonardo da Vinci" di Frosinone. Frequenta la facoltà di sociologia negli anni '70 e facoltà di lettere ad indirizzo storico artistico negli anni '90. Conosce francese e inglese, cominciato a studiare quando avevo già 50 anni. Funzionario Regione Lazio in pensione. Attivista politico nel P.S.D.I. dal 1963. Membro esecutivo provinciale giovanile (Frosinone). A Roma nel dicembre 1968 continua l'attività politica. Membro esecutivo provinciale, membro comitato centrale. Incarichi di governo: consigliere VIII circoscrizione, vicepresidente ospedale S.Eugenio, consigliere casa di riposo s. Francesca Romana. Interessi: storia dell'arte, letteratura, musica classica e operistica, teatro, cinema. Sport praticati: calcio, karate, sci. Ancora attivo nel tennis.

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