Borboni, Papalini e…Ciociari!

Michele Santulli

ByMichele Santulli

19 Aprile 2024
Ciociare viste da pittori giapponesiCiociare viste da pittori giapponesiCiociare viste da pittori giapponesi

Perché ostili e negativi avverso i Ciociari?


di Michele Santulli

Borboni, Papalini e...Ciociari!
Borboni, Papalini e…Ciociari!

BORBONI, I Ciociari, chi sono e dove sono?

Offesi e insultati dai sempre vegeti ‘borbonici’ che li dichiarano, a dir poco, ‘papalini’  e dai ‘papalini’ cioè i romani per i quali i ciociari da sempre sono oggetto di risa e di insulto.

Gli inglesi dall’alto del loro wit, humor di grandi colonialisti, si divertono non poco, a tale situazione.

Infatti alcuni nostalgici,  per loro ragioni e motivazioni, dicendo ‘papalini’ oppure ‘noi non siamo ciociari’  in senso se non  proprio dispregiativo certamente non affermativo, dimenticano o ignorano che ‘borboni’  -se è questa la connotazione che prediligono-  e ‘papalini’ sono stati per secoli amici e sodali: tutti ricordano la famosa chinea, la mula o ciuchina o cavalla bianca, tramandano le cronache, che  ogni anno a giugno alla festa di San Pietro, i re di Napoli presentavano al papa con un carico di monete d’oro, a sottolineare il secolare tributo e rapporto, tutti ricordano ancora che i Borboni secoli prima furono chiamati dalla natia Spagna dal Papa ad impadronirsi dell’Italia, da qui  il secolare rapporto di subordinazione e di devozione  della Spagna cattolicissima: non si dimentichi inoltre che il luogo più prestigioso di Roma è da sempre Piazza di Spagna.

E allora stando così la storia inappuntabile, perché ostili e negativi avverso i Ciociari? Su quale fondamento storico? E ancora, chi e che cosa sono i Ciociari?

In realtà sono come un vetro dicroico: cambiano colore a seconda della direzione della luce: perciò papalino per gli uni, guitto e zotico per gli altri, grande invece e prestigioso per la comunità internazionale.

Hanno tutti ragione e anche torto marcio, ecco perché le risa dell’Inglese, di chi conosce il wit e l’humor.

Ciociaro infatti prima di tutto non è un concetto geografico o amministrativo o altro: è un concetto folklorico, cioè allude ad una comunità che vestiva in un certo modo, vestitura questa sì particolare e unica! Di conseguenza il termine ciociaro, come è già stato autorevolmente precisato, è un termine spirituale, sentimentale, ideale.

Certamente idoneo ad essere borbonico o papalino o, aggiungo, anche cinese o turco perché è l’abito e solo l’abito che fa il ciociaro! Che parli romano o napoletano o giapponese o vikingo, è un dettaglio! Ciociaro in effetti è un valore cosmopolita, cosa che non è né il borbone nostrano né il papalino nostrano.

Si mette sul tavolo tutta una terminologia alquanto curiosa, per tutti: Basso Lazio, Lazio Meridionale, quindi per converso Alto Lazio o Lazio Settentrionale o Lazio Centrale, perfino qualche impunito buontempone Terre di Comino e altro ancora.

I nostalgici ancora coinvolgono Terra di Lavoro che esiste ormai solo nella fantasia: la sola realtà storica e scientifica riferita al Ciociaro è la componente folklorica,  cioè la vestitura indossata che storicamente contrassegna e definisce, Ciociaria, il territorio dove vive o trova rifugio la comunità che ha dato il nome, cioè i braccianti e giornalieri agricoli, cioè gli ultimi della scala sociale.  

E se si conoscono e leggono i documenti dell’epoca già dalla metà del 1800 in poi, quindi non solo pittorici ma anche, abbondanti, fotografici, si scopre che anche una certa categoria sociale di borbonici è pienamente e  indiscutibilmente ciociara dal punto di vista delle vestiture indossate, sempre con riferimento non ai signorotti o ai professionisti o ai mercanti ecc. ma agli ultimi della scala sociale, cioè ai manovali e ai braccianti agricoli: è infatti da questa umanità derelitta che è nato il ‘ciociaro’!

E da questo mondo di fame e di miseria e di oppressione avvenne, dopo la loro emigrazione, gradualmente la evoluzione dagli stracci iniziali  “azzuppati nel colore”  a quello nato e maturato a contatto con gli artisti europei prima a Roma poi negli anni successivi  a Parigi, a Londra, a Monaco… cioè al costume cosiddetto ciociaro, al costume tradizionale più noto e più conosciuto in Europa, presente nelle gallerie e musei del pianeta come nessun altro soggetto: nacque dunque a Serre, a Immoglie, a San Gennaro,  a Vallegrande e Agnone, a Pié delle Piagge e nella Piana del  Melfa….

Una gloria del territorio che si chiami come si vuole, ma sicuramente in realtà  costume ciociaro, il costume dell’Italia, d’Europa e del Mondo, come hanno decretato gli artisti!

La disgrazia vera?  non si capisce e soprattutto colpevolmente non si conosce! Ancora! E, in aggiunta, il termine offensivo ‘ciociaro’ non è altro  che la identificazione dalla calzatura primitiva evolutasi, parimenti al costume, e chiamata ‘ciocia’ e se si è curiosi in merito alla storia del termine,  si consulti il libro  ‘CIOCIARIA SCONOSCIUTA’ e andare  nel sito web inciociaria.org

 Oltre a quello sopra citato, anche: ORGOGLIO CIOCIARO/Ciociaria Pride e poi  IL COSTUME CIOCIARO nell’arte europea del 1800. 

E da queste letture viene fuori, se si vogliono coinvolgere anche ormai purtroppo obsolete identità amministrative o geografiche quali Terra di Lavoro e Campagna di Roma e Lazio Nuovo o Aggetto, che i vituperati e insultati ‘ciociari’, non erano altro all’origine che  figli anche loro di Alta Terra di Lavoro: i luoghi degradati da cui si dipartirono,  pezzenti e miserabili, erano certe frazioni più sopra ricordate di Picinisco, di Acquafondata, di Villalatina, di Atina e altre ancora,  disperdendosi nella Campagna di Roma specie nelle famigerate Paludi Pontine e a Roma e i più disperati e motivati, al di là delle Alpi e certamente non in macchina!

Quindi al lavoro! veramente, da parte di tutti, per far conoscere al meglio e promuovere questa realtà artistica universalmente conosciuta, nata in queste terre dell’antico Regno di Napoli, realtà primaria e non solo nella Storia dell’Arte, da noi e in Italia ancora vergognosamente senza nome.


Costume ciociaro nell’arte europea del 1800

Orgoglio ciociaro/Ciociaria pride

Michele Santulli
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Michele Santulli

ByMichele Santulli

Michele Santulli è ciociaro di Atina in Valcomino. Già insegnante nelle scuole superiori e temato in Germanistica alla Università di Pisa, poi, lasciata la scuola, antiquario per molti anni in Cassino. Ha raccolto neim suoi libri le proprie deduzioni ed osservazioni su aspetti e realtà eccezionali eppur sconosciuti della Terra di Ciociaria che marcano e contrassegnano la storia artistica e sociale dell’Europa Occidentale.

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