Underdog, bluff di Giorgia Meloni

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Appunto…non si è fatta da sola!


di Aldo Pirone

Underdog, bluff di Giorgia Meloni
Underdog, bluff di Giorgia Meloni

UNDERDOG La campagna elettorale, per parafrasare Piero Gobetti, è l’autobiografia della Nazione.

Quella attuale, per fortuna alla fine, ci dice a quale livello di degrado politico e della informazione è scesa l’Italia fra ciarlatani, palloni gonfiati, venditori di fumo e vere e proprie macchiette che si fanno chiamare politici o addirittura statisti.

Erano meglio le tribune elettorali…

Di fronte alle vergognose performance elettorali dei leader della destra di oggi, di cui l’altra sera Salvini e Meloni hanno dato un ennesimo esempio su La7, rimpiango le “Tribune elettorali” e le “Tribune politiche” anni ’60 e ’70 di Gianni Granzotto, Giorgio Vecchietti e Jader Jacobelli.

Domande di giornalisti di solito non compiacenti ai segretari dei partiti – allora il segretario di un partito era primus inter pares – risposte, replica del giornalista interrogante per sbugiardare eventuali fandonie del leader, molto minori rispetto a quelle di oggi propagandate, soprattutto, dal duo Meloni-Salvini. Tutto cronometrato al secondo.

Uno spazio era riservato pure al Presidente del Consiglio del governo in carica che veniva sottoposto anche lui al fuoco di fila dei giornalisti dell’opposizione.

Insomma una altro mondo e ben altra informazione rispetto a quello di oggi dove la Meloni preferisce imbonire direttamente i suoi elettori sui social senza sottoporsi alle domande imbarazzanti delle normali Conferenze stampa e sottoporsi solo ad interviste con giornalisti compiacenti.

Una smodata campagna per sé e per FdI

In questa campagna elettorale dove la Presidente del Consiglio ha usato il proprio incarico per fare smodatamente campagna per sé e per FdI – apposta ha fatto una sola manifestazione elettorale di FdI, non aveva bisogno di farne altre – Giorgia Meloni detta Giorgia ha scelto – tra gli altri spot di governo, veri e propri bluff, su liste d’attesa, migranti, social card – di riconfondere gli elettori facendosi passare, come dice lei, per underdog, una del popolo.

Anche il suo antenato politico Mussolini lo era, ma non risulta che fosse questo il suo tasto preferito su cui battere, lui preferiva battere gli avversari con il “santo manganello”, con le pistole e i fucili delle sue “squadracce”.

Altra epoca, oggi vanno di moda altri argomenti e altri strumenti per conculcare progressivamente le libertà previste dalla Costituzione stravolgendola con premierato e autonomia regionale differenziata.

Ma quale underdog?

Ma l’underdog del popolo bue è in carriera politica, retribuita, da poco meno di trent’anni. Dal 1996 quando Fini la fece, stipendiata, responsabile nazionale di Azione Studentesca, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale.

Poi non ha più smesso anche se gli stipendi glieli hanno pagati prevalentemente i cittadini italiani.

Dal 1998 al 2002 la Provincia di Roma.

Dal 2002 al 2006 è tornata ai “magri” stipendi di partito, prima come coordinatrice di “Azione giovani”.

Dal 2004 al 2006 ha fatto pure il giornalista del “Secolo d’Italia”.

Dal 2006 in poi ha sempre fatto il deputato e dal 2008 al 2011 lo stipendio pagatole dai cittadini fu quello di ministra della gioventù nell’indimenticabile, purtroppo, governo Berlusconi.

Giorgia votò in parlamento pure Ruby nipote di Mubarak. Da ottobre 2022 prende lo stipendio da Presidente del Consiglio.

Vorrebbe che le elezioni europee fossero una sorta di referendum su di lei, protesa, di nuovo, a farci credere che lei non fa parte dell’élite politica trentennale, della classe dirigente, anzi, come si usa dire, della “casta” e che è una di noi, che sarebbe solo un underdog che si è fatta da sola.

Come disse Totò all’onorevole Trombetta: “ma mi faccia il piacere” .


Mentana e Meloni

Aldo Pirone

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Aldo Pirone. Giornalista. Vive a Roma. Redattore di Malacoda


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