Alla protesta per la morte di Satnam Singh
di Fausta l’Insognata Dumano
![Testimoniare dolore e solidarietà](https://www.unoetre.it/wp-content/uploads/2024/06/Parla-Laura_400.jpg.webp)
TESTIMONIARE Sabato 22 giugno 2024 sono divisa nel mio animo nella mia città sfila il Pride, a Latina dopo la morte di Satnam Singh la Cgil ha indetto una manifestazione contro lo sfruttamento, il caporalato e le dure condizioni di lavoro nei campi.
Una scelta
Fuori è cominciata l’estate rovente che consiglia a quelli come me di stare all’ombra. Sono una cardiopopetica, il mio cuore fa le bizze, ma nel sentire le prime reazioni, i commenti, il mio cuore reclama la partecipazione a quella piazza di Latina, la piazza della Libertà, la piazza dove spicca il palazzo della Prefettura.
Mi affido ai compagni del Spi Cgil, un viaggio tranquillo della macchina di Massimo Terracciano, insieme a Marinella e Gennaro ..
Ah! lo Spi, se un giorno la parola pensione si avvicinasse nella mia vita con loro continuerò l’impegno politico.
La partecipazione dei lavoratori indiani
Non conosco il segreto della conta dei manifestanti, 5000 più o meno, tanti comunque per una realtà come Latina, una città che come vedremo non indice neanche il lutto cittadino, continuano i festeggiamenti del santo ..
Testimoniare dolore e solidarietà
Sono nella piazza dei diritti sociali, dopo la morte di Satnam Singh, morto mercoledì
pomeriggio all’ospedale di San Camillo due giorni dopo aver perso un braccio in un gravissimo infortunio in un’ azienda agricola nell’Agro Pontino dove lavorava con la moglie.
Entrambi non avevano un permesso di soggiorno e neanche un contratto regolare ……attorno a me sabato vedo molti braccianti indiani costretti a lavorare in condizioni molto dure, le stesse a cui era sottoposto Singh con turni fino a 14 ore a 3 o 4 euro l’ora.
Sul palco della piazza dei diritti sociali sento l’intervento di Laura Hardeep Kaur, la segretaria della Flai Cgil di Frosinone-Latina indiana di origine. Racconta che da tempo i sindacati, inascoltati, denunciano lo sfruttamento.
Sangue che chiede cambiamento
Una piazza Rossa accanto a me. Una piazza Rossa come il sangue versato da Satnam. Una piazza rossa che chiede il cambiamento concreto che chiede la regolarizzazione per chi è in Italia e la fine dello sfruttamento..
Vedo la Schlein, la segretaria del Pd che alla stampa chiede di abolire la Bossi-Fini. Ci sta Frantoianni, le bandiere di Rifondazione, del Pci, Anpi, Lega Ambiente, sventolano le bandiere della pace.
Parla la sindaca Celentano, di Fratelli d’Italia, dice “i responsabili del caporalato
sono le istituzioni e i cittadini che preferiscono non vedere. Ma la patente di essere la terra dei “caporali” non ci appartiene. Non vogliamo essere additati per quello che non siamo”. Attorno a me un boato di fischi, che mi sembrano pochi, però, rispetto alla piazza: qualcosa accade.
Testimoniare dolore e solidarietà
Per aver un diritto bisogna morire in Italia
“Permesso di soggiorno speciale per la moglie”. Magra consolazione per la giovane vedova, che nel frattempo è stata cacciata di casa o, meglio, dal bugigattolo in lamiera trasformato in un monolocale di 5 metri quadrati, dove viveva. Permesso di soggiorno mi richiama lo Jus Soli, il mio pensiero corre a Omar Neffati che dopo essersi suicidato ha ottenuto la cittadinanza onoraria a Sutri. Magra consolazione per la sua famiglia.
Intanto scatto foto, sono rapita dall’eleganza dei colori dei vestiti indiani, i turbanti, dovrei andare a scuola da loro in attesa di tornare scapigliata, ma mi accorgo che diversi di loro si coprono il volto, li ammiro ancora di più, hanno sfidato la paura per denunciare lo
sfruttamento.
Dignità, paura, pudore, coraggio tanto, voglia di riscatto. Qualità e doti che questa città non sembra capire, anzi… Gli intervistati dalla brava giornalista de La7 danno risposte allucinanti per chi cerca di vivere nel sentimento della solidarietà: si va dall’alzata di spalle allo “scioperassero quanto vogliono tanto dove vanno?”
Barbarie
Che rabbia verso chi si rifiuta di capire. Non solo ogni persona ha diritto a vivere, ma anche diritto a vivere nella dignità che l’intero mondo delle persone gli deve riconoscere e garantire.
È ad un episodio di barbarie, già altri compresa la Presidente Meloni hanno usato questa espressione limite: è morto un lavoratore, Satnam Singh di 31 anni, che perde un braccio in un incidente mentre taglia il fieno e il suo datore di lavoro lo lascia per strada in prossimità della sua abitazione.
Viviamo non solo davanti ad una tragica emozione ma assistiamo ad un tradimento ed una grave trasgressione della legalità per la totale assenza del rispetto dei diritti del lavoro e del cittadino
“Senza il coraggio di Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina e senza il suo comunicato stampa di lunedì sera noi e il mondo non avremmo saputo che un ragazzo gravemente ferito sul luogo di lavoro era stato scaricato come un sacco di rifiuti con il braccio ormai staccato dal corpo e adagiato in una cassetta per gli ortaggi”. (articolo21)
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*JERRY ESSAN MASSLO Profugo sudafricano, ospite della Comunità di Sant’Egidio, ucciso nel 1989 nelle campagne del Sud Italia
Testimoniare dolore e solidarietà
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