Assassinio di Satnam. Ipocrisia del governo

Manifestazione CGIL lavoratori indiani in piazza contro la morte di satnam singh foto di LatinaoggiManifestazione CGIL lavoratori indiani in piazza contro la morte di satnam singh foto di Latinaoggi

Meloni e Calderone: parole e zero fatti


di Aldo Pirone

Assassinio di Satnam. Ipocrisia del governo
Partecipanti alla manifestazione contro il caporalato organizzata dopo la morte di Satnam Singh, Latina, 22 giugno 2024. ©ANSA/STRINGER

ASSASSINIO A proposito dell’inumana morte di Satnam Singh il cardinale Zuppi dice: “ci si sorprende che ci sia il caporalato, che ci siano i morti sul lavoro, ma è un’ipocrisia”.

Osservazione quanto mai sacrosanta. Aggiungo, indignato, che è penoso ascoltare le giaculatorie dei nostri governanti, tutte volte, a parole, a dire che loro sono impegnatissimi a combattere il fenomeno del caporalato.

La ministra Calderone dice, senza vergognarsi, di voler “dichiarare guerra al caporalato”. Idem Giorgia Meloni che ieri alla Camera mentre stigmatizzava l’assassino di Satnam ha dovuto sollecitare i suoi due vice, Salvini, più riluttante, e Tajani ad alzarsi, ambedue un po’ sorpresi: “regà alzatevi”.

Ma sia Meloni che Calderone si guardano bene dal mettere sotto accusa e colpire la causa principale del caporalato fra gli immigrati: la clandestinità.

Caporalato e morti

Il caporalato è diffuso nelle campagne come quelle di Latina. Non è fenomeno dell’oggi, viene da lontano, dall’epoca fordista e oggi la sua eplosione è connessa alla precarizzazione del lavoro.

Anche i governi della sinistra istituzionale l’hanno favorito stando a guardare. Ha interessato pure lavoratori italiani come la bracciante Paola Clemente di 49 anni, madre di tre figli morta in Puglia nel luglio del 2015.

Grazie al sistema del caporalato prendeva 27 euro al giorno per otto-dieci ore di lavoro invece dei 44 previsti dal contratto di lavoro. Lavorava per poco più di due euro l’ora.

Faceva l’acinellatura dei grappoli d’uva, ovvero la procedura di selezione degli acini per rendere più attraenti i grappoli, e dunque più appetibili sul mercato. Si alzava alle due di notte e da casa sua a San Giorgio Jonico il caporale la portava insieme ad altre donne ad Andria distante 160 km. Alle quattro era già nella vigna dell’azienda “Ortofrutta meridionale”.

La morte della lavoratrice sollecitò il parlamento a partorire finalmente una legge più stringente contro il caporalato del 2016 che però non ha impedito altre morti di braccianti.

Come quella, ad esempio, del giugno del 2021 quando Camara Fantamadi, originario del Mali, 27 anni, rientrando in bicicletta dopo una giornata di fatica in campagna veniva stroncato, complice il caldo soffocante, da un infarto. È morto per strada, a Brindisi.

Quella ultima di Satnam Singh a Latina si contraddistingue per l’inumanità dei padroni che l’avevano schiavizzato e per il contesto sociale che, indifferente, pensa sia normale la schiavizzazione della comunità indiana.

Spesso lo sfruttamento bestiale degli immigrati va a braccetto con la xenofobia dei padroncini e di una certa parte degli abitanti di Latina. Quando si dice “la banalità del male”.

L’ipocrisia

Perciò sentir dire dalla ministra Calderone che vuole fare “la guerra al caporalato” mi indigno – ha ragione il cardinale Zuppi -, perché questo governo della destra e lei stessa non fanno nulla per trarre dalla clandestinità gli immigrati.

La cultura e i provvedimenti del governo Meloni-Salvini sono tutti tesi a far sprofondare gli immigrati in questa loro condizione preliminare di asservimento.

Le loro parole di condanna sono pura ipocrisia, dichiarazioni roboanti per continuare a nutrire il brodo di coltura della clandestinità da cui trae profitto il caporalato dedito a schiavizzare i clandestini privi di qualsiasi difesa e soggetti a ogni ricatto di padroncini senza scrupoli e senza umanità.

Fanno lo stesso con le morti sul lavoro ma si guardano bene dal colpire il subappalto che hanno liberalizzato levandogli “lacci e lacciuoli” come si vanta Salvini.

Mentre degli immigrati e del loro lavoro regolare gli italiani avrebbero un gran bisogno.


L’assassinio di Satnam

Aldo Pirone

Aldo Pirone Link ai suoi articoli

Aldo Pirone. Giornalista. Vive a Roma. Redattore di Malacoda


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ByIgnazio Mazzoli

Nato nel 1943. Fondatore e direttore di UNOeTRE.it. Risiede a Veroli in provincia di Frosinone. Lazio. Italia.

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