Taranto oggi respira un’aria di speranza

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Grazie alla Corte di Giustizia dell’UE


di Alessandro Marescotti* 

Taranto oggi respira un'aria di speranza
Taranto oggi respira un’aria di speranza foto di ecommerce.studiobma.com

Finalmente giustizia!

La storica sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea rappresenta un passo decisivo nella lotta contro l’inquinamento dell’#Ilva di Taranto, una lotta che rappresenta le nostre speranze per il futuro.

Gli autori della vittoria

In prima linea in questa guerra di civiltà ci sono stati i Genitori Tarantini, cittadine e cittadini caparbi che con la loro tenacia e il loro dolore hanno saputo scuotere le coscienze e portare alla luce la drammatica realtà di una città strangolata dall’inquinamento.

La loro perseveranza, il loro rifiuto di arrendersi di fronte a ostacoli e indifferenza, sono un esempio per tutti noi.

Al loro fianco ci sono stati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, avvocati che con la loro competenza e la loro dedizione hanno tradotto la rabbia e la disperazione in una battaglia legale impeccabile.

La loro profonda conoscenza del diritto sono state armi preziose nella lotta per la salute e l’ambiente.

E poi c’è lei, Annamaria Moschetti, la pediatra tenace che con le sue ricerche e la sua determinazione ha portato la verità nuda e cruda di fronte ai giudici.

La sua competenza e la sua passione sono state la risorsa nascosta per controbattere, nelle sedi legali, alle tesi opposte portate da governo e azienda.

A tutti loro, ai Genitori Tarantini, agli avvocati Rizzo Striano e Amenduni, alla dottoressa Moschetti, va il nostro più profondo elogio.

Il significato della vittoria

La loro vittoria è una vittoria di tutti noi, un monito per chi pensa che la salute e l’ambiente possano essere sacrificati sull’altare della produzione ad ogni costo. È la dimostrazione che la giustizia, anche quando tarda ad arrivare, può giungere se lo si vuole e se si lotta.

Taranto oggi respira un’aria di speranza.

La massima autorità europea ha infatti sancito quello che ogni buon padre di famiglia avrebbe detto, ossia che di fronte a pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, la produzione dell’Ilva di Taranto dovrà essere sospesa.

Ora che succede?

Spetta al Tribunale di Milano valutare adesso se le autorizzazioni dall’azienda ricevute mettono in pericolo la salute pubblica e non è un caso che sia stato presentato in questi giorni uno studio di impatto sanitario aggiornato “post operam” (dopo l’attuazione delle prescrizioni ambientali dell’AIA) volto nuovamente a considerare accettabile il rischio alla luce delle novità introdotte dall’attuazione dell’AIA nel 2023.

Anche su questo occorrerà lavorare per riportare l’evidenza scientifica al servizio della salute pubblica.

mar 25 giu 2024

*Alessandro Marescotti Presidente PeaceLink – ilva@peacelink.it

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