Il lupo clericale perde il pelo...
- Scritto da Aldo Pirone
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Che l'acqua dell'Adige a Verona levi via il bigottismo paganeggiante
di Aldo PironeVerona è una città di destra. Il cui cattolicesimo è sempre stato prevalentemente conservatore e bigotto. Questa volta il ballottaggio amministrativo - la destra è divisa per questioni di potere - è fra due cattolici: il sindaco uscente di FdI, Sboarina, e Damiano Tommasi ex calciatore rinomato del Verona, della Roma e della nazionale, appartenente a quel cattolicesimo della testimonianza che si impegna nel mondo con opere concrete che è il contrario di quello neo paganeggiante che usa la fede come un rituale, privo di qualsiasi coerenza con il messaggio cristiano, ben rappresentato dal sindaco Sboarina.
Il cattolicesimo neo paganeggiante vistosi in difficoltà ha chiamato in campo il suo massimo esponente ecclesiale: il vescovo Zenti. Sua eccellenza reverendissima lo ha fatto con la tradizionale sapiente ipocrisia del cattolicesimo conservatore scrivendo una lettera ai parroci in cui ricorda, in vista del voto, i valori chiesastici, antiaborto, antigender, antieutanasia, mischiandoli con l'attenzione alla disoccupazione, alla povertà, alla disabilità, all'accoglienza dello straniero, ai giovani e, naturalmente, "alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne".
"Queste sono frontiere prioritarie - dice - che fanno da filtro per la coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa".
Nessuno ha preso per buone le avvertenze del Vescovo sulla questione sociale, vista anche il suo sostegno indefesso nel tempo all'amministrazione Sboarina, quasi tutti sono insorti contro quello che è un intervento a gamba tesa della Chiesa di altri tempi contro Tommasi. Tempi come quelli di Pio XII, che all'epoca erano considerati normali dai conservatori e dai reazionari nostrani per cui l'Italia era un paese a sovranità limitata non solo verso l'America ma anche verso il Vaticano. Per il Vescovo Zenti è come se il tempo della Chiesa si fosse fermato lì, e oggi, dopo Giovanni XXIII, non ci fosse in Vaticano Papa Francesco.
Speriamo che l'acqua dell'Adige passata nel frattempo sotto i ponti di Verona serva a ripulire la città dal biogottismo neo paganeggiante, consentendo a Tommasi, che ha come riferimento un cattolico come Don Milani, di vincere una prova difficile: laica, cattolico democratica, illuminista e progressista.
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