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Polveri sottili: non serve il lavaggio delle strade

AMBIENTE

Basta vedere i risultati ottenuti da Regione Veneto

di Dott.ssa Teresa Petricca
polverisottili 390 minSonoramente sconfessata l’opposizione dal consigliere di maggioranza dr.ssa Petricca e dal Sindaco dr. Mastrangeli, nel corso dell’ultimo Question Time, la risibile citazione di una riduzione del 60% delle polveri sottili con il solo lavaggio delle strade. La minoranza si è coaugulata sull’esposizione di una lettura in odore di propaganda, tratta addirittura da una rivista di AUTOMOBILI, facendola propria e rappresentandola, purtroppo, in Consiglio Comunale. Ridicolizzato con una informazione grottesca l’impegno dell’Europa, dell’Italia, delle Regioni e dei Comuni impegnati nella lotta alla riduzione delle polveri sottili. Nel Question Time si è reso necessario riattualizzare quanto già pubblicato dai dottori Martino e Petricca nel 2020, di seguito riportato, in dovuta risposta alla sconveniente citazione dell’opposizione.

“Presumere che il lavaggio stradale sia la ricetta per combattere l’inquinamento da polveri sottili, costituisce una esemplificazione sottesa dalla non conoscenza degli scarsi risultati ottenuti con precedenti e validate sperimentazioni".
Diversa considerazione è quella espressa, guarda caso, dall’Unione Petrolifera che afferma che “interventi anche modesti sulla pulizia e manutenzione delle strade cittadine, darebbero risultati di gran lunga superiori in termini di abbattimento delle emissioni di PM10…rispetto agli effetti praticamente nulli derivanti dal blocco delle auto diesel…”.

L’Unione Petrolifera quando afferma che in larga percentuale il particolato dipende dal deterioramento degli pneumatici, dei freni e del manto stradale e solo in piccola parte dagli scarichi delle auto, privilegia l’effetto del lavaggio stradale rispetto il blocco delle auto, che da sempre si muovono consumando carburante che, qualcuno, ovviamente, commercializza. Comprensibile che ognuno porti l’acqua al proprio mulino.

La Regione Veneto, al fine di stanziare quanto l’operazione del lavaggio stradale potesse incidere sulle concentrazioni in aria di PM, ha realizzato un progetto il cui risultato sull’impatto ambientale, ha dimostrato:

1. a Vicenza, un modesto effetto di riduzione delle concentrazioni di PM10 in aria, variabile tra il 7 e il 17% di diminuzione media delle concentrazioni durante il tempo relativo alla sperimentazione;

2. a Mestre, in alcuni casi ed in misura modesta, si è evidenziato un risultato di breve durata, con esaurimento nell’arco di un giorno;

3. a Padova non è stato possibile affermare, con accettabile significatività, che la sanificazione stradale sia stata positiva sulle concentrazioni di PM10 e benzo(a)pirene nell’aria.

Solo a Frosinone il lavaggio risulterebbe……. miracoloso!
Tutto ciò mentre, come noto e già riportato nei giorni precedenti dagli organi di stampa, l’Amministrazione Comunale è attivamente impegnata in tavoli di lavoro interassessorili e multidisciplinari per l’elaborazione di un piano di risanamento dell’aria, che oltre le indicazioni della Regione, preveda azioni adeguate e precipue per il comune di Frosinone.

Dott.ssa Teresa Petricca – consigliere comunale di maggioranza

 

 

 

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Polveri sottili: Ceccano maglia nera in provincia

CECCANO - IL CORAGGIO DI CAMBIARE

Interrogazione presentata il 16 novembre 2022

Querqui Piroli in consiglio 350 minAlla luce dei dati pubblicati sulle polveri sottili, che ancora una volta vedono Ceccano vestire la maglia nera in provincia, abbiamo presentato una interrogazione in data 16 novembre, insieme ai colleghi della minoranza De Santis. di Pofi e Corsi.

Nell’interrogazione abbiamo chiesto all’Amministrazione le misure urgenti e quelle strutturali messe in campo per ridurre l’inquinamento da PM10, le azioni che sono in atto per garantire che gli impianti di riscaldamento domestici siano a norma con quanto previsto dalla normativa vigente e le azioni che l’Amministrazione intende promuovere a livello regionale ed interregionale.

Dopo gli slogan e le dichiarazioni di facciata, chiediamo all’Amministrazione concretezza e, soprattutto, risposte chiare per i cittadini, fortemente colpiti dalla questione inquinamento da polveri sottili.
In considerazione dell’urgenza della questione, anche per gli effetti negativi causati dalle polveri sottili sulla salute della popolazione, ci auguriamo di poterla discutere in consiglio comunale quanto prima, per avere le risposte attese.

I consiglieri comunali
Emanuela Piroli e Andrea Querqui (Il Coraggio di Cambiare)

 

 

 

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Polveri sottili, problema grave per Frosinone

CAPOLUOGO - AMBIENTE

42 giornate di sforamento e una media di periodo 27 mcg/m3

Dott. Giovambattista Martino*
PolveriSottili 390 minLe polveri sottili continuano ad essere un problema grave per Frosinone. La diminuzione delle giornate di sforamento, che sembrava seguire un trend comune a tutta la Nazione, quest’anno si è arrestata. I numeri istituzionali dell’ARPA, quelli che devono indicare ed indirizzare i percorsi amministrativi e decisionali, dicono che nel Capoluogo al 3 dicembre del 2022 si registrano: 42 giornate di sforamento e una media di periodo 27 mcg/m3, gli stessi identici dati del 3 dicembre 2021. Il 2 dicembre 2022 la media di PM 10 nelle 24 ore è stata di 92 mcg/m3, una delle peggiori dell’anno.

Il 3 dicembre la media è risultata di 50 mcg/m3, esattamente al limite per non conteggiare un ulteriore sforamento. Sono ammessi per norma 35 giorni di sforamento in un anno oltre i 50 mcg/m3 di media di PM10 nelle 24 ore, anche se per l’OMS il valore limite ammesso è di soli 10 e non di 50 e dal settembre 2021, sempre per l’OMS, anche valori inferiori a 10 non sono esenti dal provocare danni. Questi gelidi numeri purtroppo sottendono una problematica devastante a tutti nota : l’aumento dei decessi e delle malattie proporzionale al grado di inquinamento da polveri sottili. Questa la cruda realtà.

Per il Capoluogo la conformazione oro geografica del territorio, nel periodo autunno-inverno, determina un persistere indefinito ed elevato delle concentrazioni degli inquinanti aerei, influenzate dagli imprevedibili cambiamenti meteorologici. Come Medici, alla luce di quanto descritto, ribadiamo, come da sempre, che l’unica risposta possibile sia la massima riduzione, in ogni ambito, delle emissioni in atmosfera. E’ indispensabile continuare nella direzione amministrativa e comportamentale già intrapresa, anzi amplificarla significativamente : interventi sul traffico, mezzi pubblici, domeniche ecologiche, isole pedonali, mobilità alternativa, piste ciclabili, caldaie, limitazione delle combustioni domestiche, efficientamenti edilizi, piantumazioni idonee e quanto altro possibile nel contenimento delle emissioni inquinanti. Fondamentale che continui a esercitarsi, diffondersi ed a rafforzarsi quella comune coscienza ambientale, che come Medici abbiamo fortemente rappresentata e che vede nella difesa della Città la salvaguardia della salute di tutti.

Ma ognuno deve fare la propria parte con lealtà e responsabilità: Medici, Amministratori Comunali e Provinciali, ma soprattutto la Regione Lazio cui competono decisioni fondamentali ad altri per ruolo negate. Se da una parte, nel piano di risanamento dell’aria prospettato, la Regione ci limita a poche ore la possibilità del carico e scarico delle merci in città ed inasprisce ulteriormente le limitazioni del traffico veicolare, dall’altra, a ridosso della città, ipotizza l’autorizzazione di un biodigestore provvisto di una caldaia a gasolio di 500KW, con emissioni pari a 148 caldaie di appartamento, accesa 24 ore al giorno per tutti i 365 giorni dell’anno, annullando così l’effetto di contenimento delle emissioni ottenuto dalle molte limitazioni imposte ai cittadini di Frosinone. Biodigestore che prevede il trasporto di quasi 100 mila tonnellate/anno di rifiuti in entrata ed uscita con autoarticolati ed autobotti transitanti a centinaia, continuativamente, a pochi metri da quelle stesse strade sulle quali si impone il divieto di transito alle automobili dei cittadini durante le giornate di blocco del traffico.

In tal modo qualsiasi fermo veicolare cittadino previsto dal piano regionale, fosse anche completo e totale, risulterebbe inutile, ridicolo e risibile. Né appaiono idonee e tantomeno appropriate le ultime dichiarazioni del consigliere regionale che, in confusione nell’interpretazione dei dati, propaganda risultati non corrispondenti, enfatizza argomenti relativi capacità previsionali già in utilizzo da anni privi di novità e di utilità per la valutazione degli aspetti sanitari nel momento di esposizione acuta agli inquinanti. Invece della propaganda sarebbe stato utile entrare nel merito con cultura e competenza, chiarendo, per esempio, perchè l’ARPA non ci permette di conoscere le concentrazioni delle polveri sottili nel momento dei picchi, durante i quali possono concretizzarsi danni in acuto, al tempo stesso impedendo al cittadino di difendersi contro un pericolo imminente. Non a caso si raccomanda a categorie a rischio quali diabetici, insufficienti respiratori, cardiopatici, donne in gravidanza, bambini e pazienti fragili in genere, di non esporsi durante i picchi di elevata concentrazione di PM, gli stessi che l’ARPA però non fornisce.

L’ARPA si limita alla media delle 24h comunicata, peraltro, solo il giorno successivo l’evento, a possibile danno già subito dai cittadini. Il 2 dicembre scorso ARPA ha rilevato una concentrazione media delle 24 h di 92mcg/m3 di PM10. Se 92 è stata la media, quale il valore dei picchi e quale il valore dei minimi? in quali ore i picchi? mentre giocavano i bambini? mentre passeggiavano le gravide ed i pazienti fragili? di giorno o di notte? all’entrata o all’uscita della scuola? o durante le ore di lezione?

Se 92 è stata la media, Frosinone è stata esposta a picchi di concentrazione 20/30 volte superiori al limite ammesso dall’OMS. Quali danni alla salute in quelle ore? chi è stato avvertito? chi è stato messo a conoscenza del pericolo? chi è stato messo in condizione di difendersi? quali le conseguenze future per il sommarsi di tali eventi? Il primato dei tumori infantili, che la Regione Lazio ha recentemente individuato nella nostra Provincia, quanta causa riconosce nell’esposizione ai picchi di PM dai valori sconosciuti da parte delle mamme nel periodo gestazionale? Queste sono domande che attendono risposte utili, non certo proclami di propaganda a ridosso delle elezioni.

*Dott. Giovambattista Martino – coordinatore Associazione Medici per l’Ambiente

 

 

 

 

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L’uso industriale delle polveri da inceneritore è pericoloso o no?

 

Si allontana la possibilità di un chiarimento scientifico sulla pericolosità

saxa gres anagnia.com minSaxaGres: il Consiglio di Stato rigetta l’istanza di sospensione delle associazioni riguardante l’utilizzo delle polveri da inceneritore per la produzione di mattonelle. Si allontana a data da destinarsi la possibilità di un chiarimento scientifico sulla pericolosità di tale scelta produttiva.

Come abbiamo riferito nel comunicato stampa del 10 dicembre scorso, le associazioni Anagni Viva, Comitato Residenti Colleferro e Retuvasa si sono opposte, ricorrendo al TAR del Lazio, alla autorizzazione regionale VIA del 2019 di un processo definito come “recupero delle ceneri“ proposto dalla società Saxa Gres. Come si ricorderà si tratta di produzione di gres porcellanato con materiale composto da rifiuti pericolosi, come le ceneri dei termovalorizzatori. Il Tar ha respinto tale ricorso e le associazioni, tramite il loro legale avv. Vittorina Teofilatto, hanno impugnato la sentenza, chiedendone la sospensione al Consiglio di Stato. Si è ritenuto di continuare in questa ferma opposizione all’autorizzazione regionale in quanto rilasciata nonostante a livello nazionale ed europeo, il recupero di tali rifiuti, non sia regolamentato e nonostante la sperimentazione avesse riguardato solo pochi prodotti e non consentisse di concludere per l'innocuità di una produzione di massa di tali prodotti, sulla base del progetto presentato dalla Saxa Gres. Si è cercato quindi con questo primo ricorso di ottenere una valutazione nel merito, ma il TAR ha ritenuto di non accoglierlo in quanto non fu impugnata anche l'autorizzazione, circostanza che ha fatto ritenere al Tar che anche una pronuncia di annullamento della VIA sarebbe stata inutile essendo l'autorizzazione, secondo il Tar, inoppugnabile e non modificabile. Tale assunto del Tar però non ha convinto le associazioni ricorrenti in quanto giudicato non suffragato dalla normativa e dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea. Le associazioni quindi hanno impugnato la sentenza del TAR chiedendone la sospensione. Il Consiglio di Stato però non ha accolto il ricorso nella sede cautelare.

Il merito dell'appello verrà, se del caso, discusso tra vari anni. Nel frattempo ed in attesa che verrà esaminato l’argomento in tutti i suoi aspetti, sia legali che scientifici, ma soprattutto con riguardo agli effetti sulla salute dei cittadini, preoccupa che una produzione con rifiuti pericolosi di materiali, che possono essere messi in opera in aree pubbliche, o fare ingresso nelle nostre case, possa proseguire senza che sia stata verificata la legittimità di un provvedimento che ne ha sancito la compatibilità ambientale. Che impatto avrà tale produzione nel frattempo sulla salute dei lavoratori e dei consumatori?

Sarebbe opportuno, ora più che mai, un intervento del legislatore!
Riteniamo che l'unica conclusione possibile sia un appello alle autorità politiche a legiferare con urgenza su questa materia rimasta indeterminata. Da questo si vedrà la effettiva sensibilità che hanno i partiti e movimenti attualmente al governo nei confronti dell'ambiente inteso, non come vuoto richiamo ad un tema da rotocalco, ma come effettivo presidio alla difesa quotidiana della salute dei cittadini.

Per quanto ci riguarda continueremo a praticare le vie legali che ci sono consentite e nella nostra opera di controinformazione. Per il resto, soprattutto per quello che riguarda gli esiti di produzioni che hanno a che fare con materiali pericolosi e di cui non sussiste una certezza scientifica, chi è interessato tra il popolo inquinato può sempre andare a vedere alla voce amianto.

 

IL COORDINAMENTO AMBIENTE DI ANAGNI E COLLEFERRO
LE ASSOCIAZIONI:
ANAGNI VIVA, COMITATO RESIDENTI COLLEFERRO, DIRITTO ALLA SALUTE, RETUVASA,

 

Le associazioni Anagni Viva, fondata nel 1998 e Diritto alla Salute(DAS), fondata nel 2004, si occupano di sanità, ambiente, patrimonio storico-artistico, scuola pubblica e decoro cittadino.
Attualmente sono impegnate, insieme alle associazioni Retuvasa e Comitato dei residenti di Colleferro, in complesse e costose vertenze legali contro le autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio alle lavorazioni di rifiuti che si vogliono sviluppare nel territorio di Anagni, quali il Biodigestore e la produzione di Gres porcellanato con l’utilizzo di scorie provenienti dall’inceneritore di San Vittore. Gravando di un ulteriore carico inquinante il nostro territorio.
Sostenere le attività e contribuire alle spese delle Associazioni Anagni Viva e Diritto alla Salute è semplice:
Si può farlo versando un’offerta in denaro sull’IBAN n. IT 96 X08 344 7429000000 184 8050 intestato all’Associazione “ Anagni Viva ” presso BancAnagni, con causale NO al Biodigestore;
oppure destinando il 5xmille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) all’atto della compilazione della dichiarazione dei redditi alla Associazione di volontariato DIRITTO ALLA SALUTE, firmando l’apposito riquadro che figura sui modelli di dichiarazione e scrivendo il codice fiscale dell’Associazione DIRITTO ALLA SALUTE che è: 92034880606.
Si può anche contribuire direttamente con una somma in denaro contante che verrà presa in consegna da un nostro incaricato che provvederà a rilasciare una regolare ricevuta.
 
 

 

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Per ulteriori informazioni telefonare al n.3930723990.
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Relazione fra polveri sottili e presenza di biodigestori

AMBIENTE E SALUTE

Motivato parere discorde nei confronti del Prof. Giorgio Buonanno

L’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia intende esprimere motivato parere discorde nei confronti del Prof. Centrale a biomasse quanto inquinamento produce 390 minGiorgio Buonanno, consulente della Società Maestrale, ovvero della società proponente il Biodigestore nella Città di Frosinone.

In articolo di stampa locale recentemente pubblicato, il professionista esprime che i biodigestori hanno “sull’aria un impatto trascurabile, pressoché nullo. Non hanno la possibilità di impattare”. Il giudizio è espresso nei confronti delle polveri sottili, per le quali la città di Frosinone ha primati negativi nazionali ed europei, è sanzionata dall’Europa, è territorio SIN ovvero sito di interesse nazionale necessitante di bonifica, un luogo dove ogni minima azione impattante è gravida di pesanti ed innegabili conseguenze con ricadute sulla salute e sulla condizione sanitaria generale.

Rappresentiamo che il biodigestore di Frosinone, cui verranno conferite 50.000 (cinquantamila) tonnellate di rifiuti organici (FORSU), quantitativo che va ben oltre le circa 4.000 (quattromila) tonnellate che si rendono necessarie per il capoluogo, utilizzerà una caldaia a GASOLIO di 500 KW equivalente ad una potenza termica di circa 430.000 Kcal/h in funzione per 24 ore al giorno per 365 giorni, in un territorio dove la conformazione orogeografica impedisce la dispersione degli inquinanti atmosferici.

Non è stato dato ovviamente nessun risalto al fatto che con una potenza simile si può riscaldare in continuo, 24h su 24, a regime massimo, un palazzo di 30 appartamenti per 365 giorni. Il riscaldamento domestico, compreso quello ottenuto dal GPL-Metano, è considerato tra le principali sorgenti antropiche dell’inquinamento dell’aria. Si specifica, peraltro, che il gasolio è l’imputato maggiore per la produzione delle polveri sottili PM 10, oltre che di altri inquinanti atmosferici. Trattasi di una miscela di idrocarburi, ottenuta dalla distillazione frazionata del petrolio.

E’ proprio il Prof.Buonanno ad affermare, riferito alle polveri sottili, che “l’80% delle emissioni è prodotto nell’ambito del riscaldamento….” e pertanto perché non citare, anzi addirittura negare, il riscaldamento a GASOLIO che caratterizza la caldaia del biodigestore della Maestrale? Innegabile che sempre di riscaldamento e di annessa produzione massiva di polveri sottili si tratta! Fonte inconfutabile ulteriore di produzione delle polveri sottili, nel caso sfortunato di realizzo del biodigestore a Frosinone, sarà, inoltre, il traffico di circa 5.000 (cinquemila) mezzi articolati l’anno, addetti ai trasporti dell’immondizia e dei compostati.

E sempre del Prof. Buonanno è l’affermazione che “un altro 18% (di polveri sottili) proviene dal traffico…”, quello stesso traffico che sarà altrettanto innegabilmente potenziato dai già citati circa 5.000 articolati l’anno. In qualità di Medici ci rende onore informare il consulente della Maestrale, che le polveri sottili prodotte dall’azienda dallo stesso rappresentata, cosi’ come le PM di altra derivazione, presentano una correlazione matematica diretta tra la concentrazione e l’insorgenza delle malattie ad esse relate, tra le più gravi in termini di morbilità e mortalità.

Sarebbe stato doveroso informare circa le ulteriori emissioni in aria da parte del biodigestore, dovute agli off-gas del camino, alle emissioni fuggitive incomprimibiliquali solforati, azotati, ammoniacali che evidenze scientifiche fisiopatogenetiche citano come estremamente pericolose. Pericolosità dovuta alla trasformazione del particolato primario già ampiamente rappresentato a Frosinone in particolato secondario, ben più lesivo rispetto la genesi di diverse malattie, nel mentre trasformano l’inquinamento in fotochimico e producono piogge acide. Le evidenze scientifiche fisiopatogenetiche in questo ambito hanno carattere di certezza, ben aldilà del principio di precauzione che pure andrebbe applicato.

In estrema sintesiriteniamo porre sempre la stessa domanda: è prioritaria l’istanza di profitto avanzata da un privato o la difesa della salute umana e del territorio?

Dott.ssa Marzia Armida - Presidente dell’Associazione Medici per l’ Ambiente
Dott.ssa Teresa Petricca – Pneumologa - Responsabile Scientifica dell’Associazione

 

 

 

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Ceccano. Interrogazione urgente della Maliziola per le polveri sottili

ceccano palazzo antonelli 350 253dall'Ufficio Stampa della Consigliera Manuela Maliziola, URD (segue interrogazione) - I problemi legati all'ambiente ed in particolare alla salubrità dell'aria non sono una priorità per questa amministrazione.
E' sconcertante l'immobilismo del Sindaco e della sua maggioranza di fronte ai dati allarmanti dell'inquinamento da pm 10, riportati dall'ARPA Lazio relativi alla nostra città. Infatti, dalla lettura dei tabulati si evidenzia che la città di Ceccano è inserita nella seconda posizione delle città più inquinate della provincia di Frosinone, tra quelle cioè che hanno superato il maggior numero di volte i limiti previsti dalla legge, in merito alla concentrazione di inquinanti in atmosfera.
Come se ciò non bastasse, non è affatto rassicurante quanto emerso da un recente congresso medico, tenutosi qualche giorno fa a Frosinone, dal quale si evince la correlazione tra l'inquinamento da polveri sottili e serie patologie riguardanti diverse fasce di età.
Alla luce di tutto ciò, al fine di capire quali siano le intenzioni di codesta amministrazione, in data odierna, come consigliere dell'URD ho presentato un'interrogazione urgente da discutere in Consiglio Comunale sulle problematiche relative all'inquinamento ambientale causato dalle PM 10 e soprattutto per capire quali provvedimenti il Sindaco e la maggioranza intendano adottare per la tutela della salute dei cittadini, in considerazione del fatto che il Primo cittadino è la massima autorità in materia sanitaria e finora nulla ha fatto per contrastare o quanto meno per attenuare tale fenomeno.

L'interrogazione urgente

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio
Al segretario Generale
Agli Assessori
Ai Consiglieri
INTERROGAZIONE URGENTE

Oggetto: Inquinamento ambientale da PM10.
Il sottoscritto Consigliere Comunale, capogruppo dell'URD (Unione Rinnovamento Democratico), avv. Manuela Maliziola, avendo appreso dalla stampa i preoccupanti dati relativi all'inquinamento atmosferico della nostra cittadina, seconda solo a Frosinone scalo tanto da fargli meritare la maglia nera per la qualità dell'aria a causa della massiccia presenza di polveri sottili.
Considerato che la questione della salubrità dell'aria è una questione di fondamentale importanza per la salute di tutti i cittadini.
Rilevato che sino ad oggi il Sindaco ha dato prova, in molteplici occasioni, di non considerare il problema ambientale come una priorità, anzi di non affrontarlo affatto. Nè tantomeno nell'azione di questa amministrazione si ravvisano progetti di breve e\o lungo periodo che mirino ad un risanamento ambientale.
Tutto ciò premesso
CHIEDO
al Sindaco:
1) quale è la sua posizione in merito a questioni ambientali di quotidiana importanza, stante anche il fatto che le stesse si ripercuotono negativamente sulla salute dei cittadini, di cui il Sindaco, qualora lo avesse dimenticato, rappresenta la massima autorità in materia sanitaria;
2) se e quali sono i provvedimenti che tale amministrazione ha intenzione di adottare per affrontare la problematica delle PM 10 e più in generale della salubrità dell'aria.
In attesa di un sollecito riscontro distintamente saluto.
Ceccano 3 novembre 2015
Il Consigliere URD
Avv. Manuela Maliziola

 

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