Elly Schlein Segretaria del PD
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OPINIONI COMMENTI
Un grande fatto nuovo. Aspettiamo decisioni e iniziative, non senza l'augurio di buon lavoro Elly
di Ignazio MazzoliFinalmente il malessere, il malumore, il mugugno dentro e intorno al PD hanno trovato il coraggio e il modo di manifestarsi. Un’opportunità di dare una spinta all’opposizione vera e alternativa. Nel paese e in Italia i segnali andavano moltiplicandosi. Franceschini ha dichiarato a caldo che si tratta di “Un’onda travolgente cui nessuno credeva. Un’onda di speranze, di rabbia, di orgoglio, di entusiasmo che ha portato il popolo democratico a scegliere di farsi guidare verso il futuro da una giovane donna. Oggi inizia davvero una nuova storia.”
C’è del vero, che dovrebbe apparire evidente ad ogni commentatore che tale voglia essere con una qualche obiettività. Si deve prendere atto che si è rovesciata la valutazione espressa dal voto degli iscritti rispetto a quella di un popolo che sicuramente nel suo seno raccoglie tanti cittadini che si sono allontanati dal PD di Letta e di alcuni altri suoi predecessori suoi simili e ne sono la punta dell’iceberg che con l'astensione hanno determinato le sconfitte sue e del centrosinistra.
...“a difesa degli italiani che fanno più fatica” è il cuore della dichiarazione di Elly Schlein appena eletta che si esprimeva con una appassionata determinazione di esplicita opposizione alle politiche del governo. La dichiarazione della Schlein ieri sera ci è apparsa una presa di posizione contro il continuismo liberista. Voglio augurarmi che diventi l’autocritica del PD in un augurabile analisi autocritica fino ad ora mancata.
Solo così potrà svilupparsi la costituente di un nuovo PD. Individuerà una sua unità che lo rafforzi?
Elly Schlein ha messo del cuore come lo testimonia la sua passione. Era ora. La comunicazione politica lo chiedeva come il pane è richiesto da un affamato.
Oggi, dopo il voto di domenica è troppo presto per aggiungere altre valutazioni su questa nuova segretaria del PD e sul futuro del PD stesso. Bisogna certamente aspettare atti concreti, soprattutto per capire la costruzione delle alleanze. Ma, come non vedere in questo voto la risposta al distacco fra il gruppo dirigente e i dirigenti tutti sul territorio italiano e la realtà sociale? Altro che distacco degli elettori dalla realtà. Gli elettori sono la realtà. Mi limito a guardare il voto di una provincia come quella di Frosinone dove il PD si è prosciugato dal 2012 ad oggi per l’assenza di ogni iniziativa politica a favore di reclamate esigenze di lavoro, di sanità, di scuola e di servizi a causa, in primo luogo, di un PD senza identità per colpa di un gruppo dirigente che dire inadeguato è fargli un riconoscimento immeritato. Il voto di domenica nel frusinate, anche se frastagliato 26 spinge la Schlein a vincere in molti comuni con il 65-70% sul Bonaccini.
Basta così?
I critici hanno la sola preoccupazione di esorcizzare un reale cambiamento che abbia al centro i diritti sociali ed economici, il prof Parsi è stato esplicito nel valutare il risultato di queste primarie, nel tratteggiare le grandi opportunità che ha la nuova segretaria le ha consigliato che “non sia schiacciata nella lotta al padronato”. Ci pare un esempio di lotta di classe dalla parte dei padroni.
Alessandro Sallusti, noto giornalista di destra ha minimizzato questo esito dicendo che ha vinto perché la Meloni con la sua vittoria ha tirato la volata alla Elly Schlein. Andare alla ricerca di differenze e analogie può appartenere a meccanismi di illustrazione e di orientamento, ma non sempre, anzi quasi mai colgono la realtà. Mi pare che se scegliessi di eseguire lo stesso schema potrei solo dire: un plauso alla determinazione delle donne, si, ma mi fermo qui. La segretaria del PD è un tutto nuovo a fronte di un tutto vecchio. Potrei dire che assisteremo a un confronto, in politica, mai visto fra due donne con responsabilità di direzione in prima persona.
Un obiettivo necessario: la nuova segretaria sappia avvicinare alla politica una nuova generazione, che in parte si è mossa – per la prima volta – già ieri. Eppure, una segretaria come Elly Schlein il PD mai l’ha avuta e non solo perché non ha mai avuto una leader donna, che alle spalle non ha una storia politica storicamente definita.
Finora il Pd è stato retto da ex democristiani o da uomini formatisi nel Pci ma navigatori di lungo corso, noti all’opinione pubblica, ma non esattamente percepiti come radicali, da Veltroni a Zingaretti passando per Bersani. Elly Schlein è una novità e un esperimento. Ora la credibilità bisogna che conquisti, non solo per sé stessa, ma anche e soprattutto per il suo partito.
Il partito come sarà? Nuovo davvero? Quali regole si darà per radicarsi, per saper essere parte dei movimenti, per garantirsi la sua onorabilità. Quale codice interno saprà darsi per assicurare democrazia e rigore nei comportamenti di iniziativa e stili di vita? Ora nulla sappiamo di tutto ciò. Come si tradurrà in concreto il suo messaggio che assicura “Volti, metodo e visione” nuovi?
È possibile anche che Elly Schlein sia destinata a sorprendere ancora una volta?
Un aspetto oggi assorbe gran parte dei commenti e come non potrebbe: la guerra e la politica estera? Sia Elly Schlein che Bonaccini hanno dedicato pochissimo spazio a questi delicatissimi argomenti. Tattiche elettorali? (ora inutili).
«Questo voto è un mandato chiaro per il cambiamento. Un popolo si è riunito e ha risposto alla nostra chiamata, la nostra responsabilità è quella di non tradire mai questa fiducia», ha detto la nuova segretaria del Pd Schlein.
Il 52% degli italiani che non vogliono l’invio di armi all’Ucraina che ascolto avranno? Non sono dei vigliacchi né degli egoisti, ma dei realisti che temono questa scelta come inevitabile innesco della corsa verso il terzo e maledetto, definitivo conflitto mondiale.
Frasi fatte e sillogismi infantili (come sapere e dire da che parte si sta per orientare a convincerci che non c'è soluzione alla guerra anche se ce lo indica la nostra Costituzione) pretendono di oscurare i rischi che corriamo ignorando che un conflitto mondiale sarebbe atomico e comporterebbe la distruzione del mondo.
Oggi il requisito che si richiede a gran voce e senza discussioni è di essere atlantista. Ma noi vogliamo essere europeisti, che significa almeno ora due cose precise: 1) non significa per forza essere anche atlantisti, ma capaci di avere autonomia di giudizio e ruolo proprio, dal momento che la guerra divampa nel nostro territorio europeo; 2) essere europeisti inquesto modo permette di essere alleati degli USA ma non necessariamente dei Quisling*. Nelle alleanze ed anche nella Nato bisogna starci con la nostra testa non da scolaretti ubbidienti.
Garantire agli ucraini ogni aiuto di solidarietà sanitaria, economica, di ospitalità ma non corresponsabilità all’allargamento del conflitto in una guerra “assurda” (papa Francesco) “senza senso” (Presidente del consiglio). Bisogna sempre dare un senso concreto e verificabile alle parole.
Non resta che mobilitarsi in tutto il mondo contro la guerra. Il nostro Paese mantiene una importante sensibilità su questo tema. Lo dimostrano tutti i sondaggi e la importante manifestazione del 5 novembre scorso che va riproposta. Per un solo obiettivo, ora, al centro dell'iniziativa "il cessate il fuoco".
E, per ora aspettiamo decisioni e iniziative, non senza l'augurio di buon lavoro Elly.
*Una definizione per indicare il collaborazionismo. il nome proviene daVidkun Abraham Lauritz Jonssøn norvegese, Ufficiale dell'esercito e fondatore nel 1933 del partito fascista norvegese,
aggiornato il 27.02.23 ore 17.52
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